20 ottobre 2006

Una cosa che non vi ho detto

Patella PatellaeC'è una cosa molto importante che non vi ho mai raccontato.
Non è stato per cattiveria, nè per noncuranza.
Semplicemente, non ero sicuro che foste pronti.
Quando, come succede a me, si conoscono cose molto ma molto sensibili è sempre opportuno pensarci mille volte prima di decidere di divulgarle.
Il fatto è questo: sono il detentore del settimo segreto di Fatima.
A differenza degli altri, il settimo segreto non riguarda le sorti dell'umanità ma regola il corso del tempo, del ciclo vitale, dell'aspettativa di vita di un preciso genere animale.
Sto parlando della patella, altrimenti nota come cozza patella, altrimenti nota come "mi attacco e non mi stacchi neanche se piangi".
Qualcuno avrà forse avuto a che fare nella sua vita con donne così (dette anche, in linguaggio tecnico, "cagacazzo"), ma questo è un altro discorso.
Il fatto è che quasi per caso sono il depositario di un segreto fondamentale: come staccare una patella da un pilone a mani nude.
Sedetevi e trattenete a stento lo stupore, chè vi spiego.
Quasi per caso, dicevo, perchè da bambino -con la tipica innocenza ed incoscienza che anima le azioni dei bimbi, che sono a loro percezione indistinguibili dai sogni- stavo osservando un pescatore che si dannava l'anima a cercare di forzare le difese di un gruppo di patelle facendo leva con un coltellino e diventando tutto rosso in viso.
E mi sono detto: non può essere così difficile, è impossibile.
Quindi, ho deciso di affrontare la cosa da un punto di vista differente e ritenere che fosse possibile condurre una azione efficace di spatellamento senza dover necessariamente tirare delle madonne come quell'anziano pescatore sardo mi aveva appena dimostrato di essere perfettamente in grado di fare.
Fu così che scoprii il suddetto settimo segreto: per staccare una patella da un pilone a mani nude è necessario sorprenderla.
Non parlo del tipo di sorpresa che reclamano alcune donne stupide e molto poco originali ("il mio uomo ideale? Deve sapermi stupire").
Parlo piuttosto della capacità di prendere una patella alle spalle, senza peraltro sapere dove cavolo possa averle, le spalle.
Comunque, riuscire in qualche maniera a fare l'indifferente per poi piombargli addosso senza preavviso nè possibili vie di fuga.
Dovete sapere, infatti, che quando le patelle sono distratte non sono così tanto aderenti e attaccate al pilone di loro competenza come quando si rendono conto di essere osservate.
No.
Se ne stanno a respirare e a guardare fuori, da una fessura larga -che vi posso dire?- un paio di millimetri.
Uno spazio angusto, ma sufficiente per incularle.
Vedeste come ci rimangono male, è uno spettacolo.

Ora il verbo è sparso, fatene buon uso.
Come ogni arma (Lello e Musicblok docent), se usata in maniera impropria può essere letale.

baci

1 Commenti:

Blogger kiki ha scritto...

non date retta al Ballantone nostro. L'ho sentito con le mie orecchie definire "una patella", una ragazza dalla quale tutto il resto del genere umano di sesso maschile avrebbe volentieri fatto da pilone per il resto dei suoi giorni.

Ballanti, non negare che mi metto a fare dei nomi (o degli anagrammi, sempre per restare in tema).

kiki-pilone
PS: e non era nemmeno una che chiedesse all'uomo della sua vita di stupirlo

20/10/06, 14:15  

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