12 gennaio 2008

Il tassista venuto dal nulla

Un paio di mattine fa, verso le 8 di mattina, stavo aspettando un taxi sotto casa.
A un certo punto il taxi si è materializzato davanti ai miei occhi come se qualcuno l'avesse teletrasportato lì di colpo; e già questa cosa avrebbe dovuto farmi mangiare la foglia.
Il tassista, un ragazzo giovane dalla faccia pulita, forse a causa dell'ora presta non era particolarmente loquace.
Quindi, dopo un buongiorno qualunque e pochissimi convenevoli si è cucito la bocca, tutto dedito alla ricerca della mia destinazione e ad ascoltare una strana stazione radio.
Non so se sia così anche in altre città -io a ravenna il taxi credo di non averlo mai preso quindi non ne ho idea- ma qua a Roma i tassisti ascoltano sempre e solo stazioni radio che se tu ti metti a un tavolino con una di quelle radio di una volta, quelle fedeli non nel senso dell'alta fedeltà musicale ma nel senso che ti puoi fidare di loro, e ci dedichi del tempo ad ascoltare e ragioni, non puoi razionalmente credere che possano realmente avere ascoltatori.
Invece no: le ascoltano i tassisti, l'ho scoperto io.

I tassisti ascoltano prevalentemente radio locali, e tra queste la loro generale preferenza va a quelle che si distinguono per essere le più faziose in un qualche campo o le più fuori dagli schemi.
Altre volte che avevo preso il taxi avevo notato che il tassista ascoltava una radio che trasmette qua su Roma, che parla della Roma e della Lazio 24 ore al giorno, con discussioni in studio, telefonate degli ascoltatori e altre amenità che prevedono il fatto che ci sia gente che ha del tempo (allora esistono, avevo pensato: voglio fare il loro lavoro).
Questa volta invece il tassista ascoltava una radio che si chiama -forse- Radio Onda Libera, che già dice tutto.
Ma potrei anche sbagliarmi, magari non era quella: erano pur sempre le 8 di mattina di uno dei primi giorni della prima settimana lavorativa del 2008.
Comunque, non è questo il punto.
Il fatto è che era in corso su questa stazione una discussione, una sorta di tavola rotonda causata dalla presenza di un non meglio precisato scrittore che ha fatto uscire un libro basato sulla teoria che tutto ciò che riguarda il messaggio cristiano, ivi compresa la scrittura della Bibbia, dei 10 comandamenti e tutto il resto è in realtà una libera rielaborazione della chiesa e non riflette assolutamente le parole di Gesù, che invece erano sempre frasi del tipo "io non sono venuto a portare la pace ma la guerra" o "lasciate i vostri mantelli e prendete le vostre spade", e così via.
A quanto sosteneva questa persona, il pensiero divino lasciava ampi spazi a cose tipo lo schiavismo (il comandamento originale sarebbe stato infatti "non desiderare lo schiavo d'altri") e non contemplava affatto messaggi di particolare perdono.
Non vi sto raccontando tutto questo perché io vi abbia dato particolare credito.
Ve lo racconto perché -piuttosto- mi ha fatto pensare molto.
In particolare, quello che mi è rimasto a ballare in testa per qualche giorno è stato il seguente quesito: e se Dio fosse malvagio?
Intendo: a noi hanno sempre raccontato che Dio -se c'è- è il Bene.
Benissimo.
E se non fosse vero?
Se Dio fosse in realtà un Dio maligno?

Capite bene che ad ognuno di noi andrebbero a cadere presupposti importanti; sì, anche a chi in Dio non crede ma l'ha sempre concepito come possibilità (da lui negata) di Bene Supremo.
Insomma, non ve la voglio fare tanto lunga; ma dovete ammettere, almeno su un piano prettamente teoretico, che l'ipotesi è perlomeno affascinante da considerare.
Vi dirò di più: fermandomi un attimo a pensarci seriamente e guardandomi nel contempo intorno, mi tornerebbero molto meglio un sacco di cose che ora nell'ipotesi di un Dio Buono non riuscirei a collocare.

Ma la cosa più buffa è che a un certo punto il tassista è resuscitato e quando una mezzora, qualche chilometro nel traffico cittadino e 15 euro più tardi l'ho lasciato, avevamo parlato diffusamente di Dio, dei 10 comandamenti, dell'etica, del Bene e del Male, e così via.
Ho chiuso la portiera, l'ho salutato e ringraziato e ho accompagnato con lo sguardo il suo ripartire per una nuova attesa di una chiamata da parte di qualcuno con il quale continuare la sua dissertazione intellettuale.
E ho pensato: che Dio tassista.

baci.

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