24 febbraio 2007

Artisti

La scatola del mio amicoHo un amico che ha una scatola nella quale conserva tutte le cose che hanno contribuito ad arricchire la sua vita.
Dentro c'è un po' di tutto: matite, pensieri, illusioni, vittorie, destini, stelle, musica jazz e molto altro.
Ci sono anche dolori, errori, mea culpa, ricostruzioni e insomma tutto ciò che, un bel giorno, ti fa diventare uomo.
C'è anche un pianoforte a coda per le serate di pioggia, e un cucciolo di alano ("slà l'ano? L'ha un bus de cul c'lè icè") per i momenti tristi, e un dentifricio sbiancante per i nuovi sorrisi, e una faccia di riserva per le brutte figure, e il cuore di un argentino innamorato della pelòta, e poi c'è il dubbio, ci sono le note, c'è il ricordo e la speranza, e poi ci sono i momenti che ha vissuto, e la luna delle notti migliori, e la voglia di capire, e un orizzonte circolare.
Ci ho trovato dentro anche un po' di pane, per i momenti di magra, e la sua incapacità di finire le cose, e l'odore acre dell'ammoniaca, e i sogni che non ha mai capito.
C'è suo padre, e la carta da parati di quando era bambino, un grammofono del nonno, e poi un violino, il libro della sua storia, una quantità di emozioni mai provate, da tenere lì di scorta.
Cercando attentamente ho trovato anche poesie, alcune frasi alla rinfusa, le versioni migliori delle persone che ha incontrato, due bottiglie di cantina, le cazzate che si fanno quando si è adulti, grazie a Dio però c'era anche il bimbo che era, la sua sana incoscienza, il valore delle idee, un po' di terra e un po' di sangue.
Quella scatola non si riempie, non ho mai capito se ogni tanto la cambi con una più capiente ma vigliacca non si riempie.
C'è qualcosa in quel suo comprendere che sfugge alla mia comprensione, che scivola e se ne va, che non ti spiega, non ti lascia l'intuire, non ti offre un fianco o un'altra guancia.
Sarà forse che là dentro si mescolano i sogni alle emozioni, la vita all'inconscio; non so che sia, ma sono tutte cose che non so bene se abbia sognato o vissuto, immaginato o rielaborato.
E' il campo nel quale non sai se una cosa è reale, e non c'è continuità tra una convinzione e l'altra, e un minuto credi di averla vissuta, quella cosa, e il minuto dopo ti rendi conto che è solo un sogno che ricorre sempre uguale da moltissimi anni ma che non hai mai identificato come tale.
Finchè un giorno un raggio di sole ti arriva dritto in fronte, in uno Stato che si chiama di grazia, e quella scatola si illumina tutta e non ha più zone d'ombra e non ci sono più misteri e non c'è più spazio per sovrapposizioni ed incertezze, ed è lì che capisci che il senso della tua esistenza sta tutto nell'assenza di linearità all'interno di quella scatola.
Non so come siano gli artisti, ma credo che la loro scatola sia molto simile a quella del mio amico.

baci.

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