02 febbraio 2007

The same old story

CambiamentiA volte mi ritrovo, a sera, a pensare a come cambiano le cose.
Sembra che non cambi mai niente, che ogni giorno sia uguale a quello prima; poi ti giri e vedi che sono cambiate un sacco di cose.
Più si cresce, più si invecchia, più il tempo scorre via veloce; come se invece che viverla, la nostra vita, la si vedesse sfilare via dai finestrini di un treno in corsa.
Quasi non ci accorgiamo che nel frattempo le cose succedono, cambiano, si perdono.
Se penso a quanto la mia vita è cambiata negli ultimi dieci anni - e quante volte- quasi non ci credo.
Eppure, ogni giorno è uguale a quello prima, quando lo vivi.
Solo dopo, quando ti fermi e ci pensi, scopri che il treno non è un punto di osservazione ma sei tu, e la tua vita viaggia lì con te seduta al tuo fianco.
Di riffa o di raffa io quest'anno (anzi, tra molto poco) entro nel mio 38esimo anno di vita.
Sembra una cazzata ma invece è importante.
Significa, tanto per dire una cosa, che ho finito il liceo da quasi 20 anni.
20 anni sono una vita, per alcuni nemmeno quella; sono un insieme di tempo devastante.
Come diceva Moana, sono 7305 giorni -più o meno- da vivere ognuno come se fosse l'ultimo, pensando di essere immortali.
Poi invece li vivi e non li vivi affatto come se fossero gli ultimi, ma capisci che non sei immortale perchè con la morte un po' ci giochi e un po' ti ci relazioni, per forza di cose.
Per fortuna cominci anche a giocare con la vita, se sei fortunato, e se sei molto fortunato ti offri quale tramite divino per crearne anche qualcuna.
Credo che la speranza delle persone stia tutta in ciò che vedono quando si fermano un attimo a pensare, quando si guardano indietro, quando si guardano intorno e vedono che le cose, le situazioni, le emozioni non stanno mai ferme.
Non si rassegnano; evolvono, involvono: ma si muovono sempre.
Quando sembrano ferme è perchè non le osserviamo e non troviamo o fingiamo di non trovare l'energia per notarle.
Altrimenti non potremmo fingere di non sapere che qualcosa, dietro l'angolo, sta per cambiare.
Non è detto che sia meglio, ma è diverso: e tanto basta.
Neruda: "Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca, chi non rischia e e cambia colore dei vestiti, ...."

baci

2 Commenti:

Blogger kiki ha scritto...

e io che attendevo le segnalazioni dei nuovi post sulla posta elettronica ... invece mi ero perso gli ultimi tren (cum'ela? Non funziona più la super piattaforma?)

dancin' l'altro giorno un mio collega cui raccontavo un po' di trame di film che sono andato a vedere di recente, mi ha liquidato con un "ma perché fanno film così?perché non parlano della gente come noi?"...

Il che mi ha portato a pensare a un film sulla mia attuale vita, di 38-enne (come dici tu): mi sveglio piuttosto presto (anche se non c'è un motivo), verso le 6,30. Scrivo qualcosa al colputer. Mi vesto. Vado in ufficio a piedi percorrendo via Saffi-via S. Felice-via U. Bassi-via Rizzoli-Strada Maggiore.
Accendo il computer.
tra le 18,30 e le 19,30 lo spengo.
Esco e faccio a piedi Strada Maggiore-via Rizzoli-via U. Bassi-via S. Felice-via Saffi.
Mangio.
Alle 10,30 vado a letto.
Non cambio mai i percorsi e vesto parecchio di blu.
'Sti cazzi, un film sulla mia vita non venderebbe, ma almeno P. Neruda mi ha dedicato una poesia
(E Elio una canzone).

kiki-abitudinario
PS: e ho anche un bel lavoro...

03/02/07, 15:10  
Blogger dancin ha scritto...

Le notifiche le ho ripristinate, dear Kiki.
Stavo facendo un po' di operazioni per cui le avevo momentaneamente disattivate.
Ma la domanda vera è: oltre tutto quello hai scritto leggi anche la targetta sopra l'ascensore?

baci

04/02/07, 14:58  

Posta un commento

<< Home

eXTReMe Tracker