02 settembre 2006

'sto rincojionito...

Dove abito io c'è una piscina.
Una specie di piscina condominiale, ma non dovete immaginarvi un condominio altrimenti andate fuori strada.
Diciamo che più che una piscina di un condominio è una piscina riservata agli abitanti di alcune case che stanno tutte in uno stesso comprensorio.
Ma questo non è importante.
La cosa importante è che questa piscina (dimenticavo: è una piscina all'aperto, quindi è aperta da giugno a settembre) è una specie di museo delle cere.
Tutto appare immutabile, sempre uguale, e il tempo pare essersi fermato da tempo.
Intendiamoci, è un posto fantastico.
D'estate non c'è niente di meglio che mettere costume e infradito, uscire di casa in accappatoio, fare meno di 50 passi e arrivare lì per passare qualche ora a fare tuffi e nuotate e prendere il sole.
Ma la cosa più bella è starsene seduti sulla sedia a sdraio e guardarsi intorno sforzandosi di osservare con occhi curiosi ciò che vive e/o vegeta attorno.
E capisci come il senso della vita differisca in maniera sostanziale da persona a persona.
Per alcuni, la vita non è concepibile se non è fatta di movimento e di novità.
Per altri, non avrebbe senso e sarebbe totalmente insopportabile se non si riuscissero a stabilire rituali, abitudini immutabili, impalpabili frammenti di certezza.
Quelli lì, gli ultimi dico, sono tutti nella piscina di cui vi parlo.
Sembra di essere a Macondo, potresti sparire per vent'anni e poi tornare il ventunesimo e ritrovare le stesse persone, solo ancora un po' più vecchie, sedute allo stesso posto a fare gli stessi discorsi.
Il top incontrastato lo raggiunge una signora di una certa età, una specie di anziana balenottera che sembra sempre sul punto di dover partorire 6 o 7 gemelli ma non lo fa mai e la panza, pure lei, rimane esattamente la stessa.
La balenottera da quarant'anni esatti or sono arriva in piscina alla stessa ora, siede nello stesso tavolo di sua proprietà e pertanto a lei riservato, gioca a carte con le stesse amiche e dice le stesse cose.
In questo contesto anche le cose che cambiano sono sempre le stesse, sono perfettamente prevedibili e pertanto sono del tutto immutabili come tutto il resto.
Lei, ad esempio, cambia costume ogni santo giorno, seguendo un proprio insondabile rituale ben preciso, autistico, maniacale, che la porta ad essere sempre uguale a se stessa, senza mai una variazione, un anelito di novità, un sussulto di alcun tipo.
Il marito, che lei chiama affettuosamente <<'sto rincojionito>>, ha una certa età +x ed è un dolce signore anziano e canuto, con le sopracciglia bianche e folte alla Carlo Azeglio Ciampi, che ne sopporta di tutti i colori e non può aprire bocca altrimenti lei gli mangia la faccia.
Il poveretto è costretto a subirsi ogni giorno 8 ore di piscina senza fiatare, e se per caso verso le 7 di sera accenna a prepararsi sottovoce, piano piano con l'intento di tornare a casa, si prende una cazziatona coi fiocchi dalla scimmia urlatrice che lo rimette al posto suo perchè tanto la piscina chiude alle 8 e non si creda che andiamo a casa prima... 'sto rincojionito.
E a lui non rimane altro che sedersi e guardare malinconico l'orizzonte, con una espressione amara ma paziente, e allora sembra che scavi nella memoria alla ricerca di tempi ormai perduti, quando le sue giovani gambe gli permettevano un'andatura fiera al posto di quel passo così incerto, e quella stessa differenza di età con la moglie che oggi lo rende tanto vulnerabile lo faceva sentire meravigliosamente bene.
E mi sembra di sentirlo mentre pensa, in cuor suo: <<'sta rincojionita, se sapesse....>>

baci

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