09 luglio 2009

Mangia come parli

s'el 'ste quel?Io, che mi occupo (ahimé) di sviluppo locale, mi sono trovato di recente a polemizzare, dicendo che tutta la curtura che adesso si fa e si deve fare attorno al cibo e alla cucina mi ha bello che rotto i maroni. Quando però ho affermato che ogni volta che sento Carlo Petrini (Slow Food) intervistato, mi viene voglia di levare la sicura alla pistola, ho rischiato il linciaggio.
Quindi, W il cibo, W l'Italia patria del mangiare bene e beccatevi la descrizione del menù delle sciure del G8 (da quel giornalaccio comunista di Repubblica). Se riuscite a non incazzarvi, siete dei santi o siete Niko Romito.

(...) il menù, ideato dallo chef Niko Romito del ristorante Reale di Rivisondoli per le mogli dei Grandi della Terra:
gelato di "roveie" con guanciale di Paganica croccante (Traduzione: ceci e pancetta);
Baccalà macerato in olio extravergine di oliva con granita di patate e assoluto di peperoni arrosto (normalissimo baccalà con patate a listarelle insaporite da un peperone);
tortello liquido di piselli con pomodoro fresco basilico e pecorino (tortelli con ripieno di piselli spiaccicati)
vitello glassato con orapi croccanti e macedonia tiepida di patate (arrosto con le patate)
caldo freddo di cioccolato e finocchio (semifreddo con semi di finocchio)
Particolare il pane: pane di solina e pane di saragolla (pani di farina di cereali minori).

Cucina povera e umile fatta d'ingenuità caduta nel gorgo perfido della celebrità. Da-dam, da-dam, da-dam, ...

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2 Commenti:

Blogger Ilcampovinato ha scritto...

Riguardo il tuo odio viscerale (più che di pelle lo definirei di cotica) verso carlin petrini che vien da pensare che cazzo ti avrà fatto il buon petrini, devo solo dire che è ben nota la tua atavica avversione verso gli uomini con la barba, avversione che risale all'infanzia e che ha avuto momenti di clamoroso outing come ad esempio (non ci sarebbe neanche bisogno di ricordarlo talmente fu clamoroso il fatto) la volta che fui escluso dalla formazione titolare della virtus nonostante (anzi, NONOSTANTE) fossi chiaramente il giocatore più forte di quella squadra di merda e questa (cioè l'esclusione) perché io ero maschio e avevo la barba.
riguardo il menù del G8 proporrei che la descrizione dei piatti non solo fosse lasciata alla fantasia del cuoco (no, chef) ma che fosse ampliata all'inverosimile magari da nuove figure chiave della ristorazione italiana che chiamerei i Magnamagna e il cui compito dovrebbe essere, appunto, scrivere cosa c'è nel piatto dopo la semplice assunzione di mdma e/o lsd e/o coca cola + aspirina.
un breve esempio:
vitello glassato con orapi croccanti e macedonia tiepida di patate = bovino raccolto selvaggio nelle praterie della maremma toscana o giù di lì, salutato dai parenti, sparato in fronte, sgozzato, macellato, messo in frigo, tirato fuori, rimacellato, trasportato per km e km, messo in una cucina zozza, cotto alla cazzo in una sinfonia di zuccheri bruciacchiati e olio e capelli dello chef, accompagnato da uno strano tubero giallo che il cugino dello chef ha trovato ad un'asta fallimentare qualche mese fa e che poi ci si è dimenticati di riscaldare e miracolosamente caduto solo un paio di volte nel tragitto dalla cucina alla sala.

10/07/09, 15:57  
Blogger kiki ha scritto...

Gato, non ho nulla contro gli uomini con la barba, alcuni dei miei migliori amici hanno la barba (per non parlare di alcuni dei miei migliori amanti).
Nell'episodio a cui ti riferisci, tu ti eri fatto crescere la barba nella speranza che, non riconoscendoti ti facessi giocare; ti sei presentato a Fornace facendo l'accento svedese e spacciandoti per Olof Mellberg, ma ti ho riconosciuto subito e ti ho sbattuto in panca (Mellberg hai tempi aveva 15 anni, non portava ancora la barba, patacca!).
Gradirei non dovere tornare più sull'argomento.
Yours
The Mister

13/07/09, 09:07  

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