04 ottobre 2010

Il Gato svelato

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

Signore e Signori,
questa è una serata triste. È l'annuncio del ritiro dal mercato del modello Ballanti 1970, un grande prodotto di una grande annata (casualmente anche la mia). Un prodotto che ha soddisfatto migliaia di utenze, maschili e femminili. Una macchina capace di amarti in pochi secondi, accendersi una sigaretta, chiederti "ti è piaciuto?" e darti l'illusione di essere lì da ore. Ma da oggi nicht, nada, nisba, ciccia, niente trippa per gatti.
Perché oggi siamo davanti al risultato di una serata dove birra e coca e rum e amaro Averna (notoriamente ottenuto attraverso la sapiente unione di 20 erbe e qualche kilo di peyote) andavano giù come un diluvio biblico. Per chi non lo sapesse, la proposta è stata fatta a marzo in un bar a Marina di Ravenna in occasione del suo 40° compleanno, in un orario tra le 22 e le 4 del mattino (propenderei verso le 3, che è l'ora del diavolo). E attraverso una spietata serie di circostanze e casualità come, ad esempio, ritrovarsi un anello in tasca, e un tasso alcolico e l'ematocrito fuori scala, e una donna bellissima davanti (donna che, tra parentesi, inspiegabilmente prova qualcosa per il B., un sentimento fra la pietà e l'adorazione); e anche per una naturale predisposizione del B. verso la teatralità e i gesti alla cazzo.
Nel corso di quella serata Paolo si è inginocchiato, ha fatto una pausa drammatica, si è domandato sottovoce "dove diavolo sono?" e ha chiesto a Francesca di sposarlo con una dizione da patata in bocca e una profonda vaghezza su dove e quando.
Ma B. è un uomo di parola. Una volta che incastra qualcuno, va fino in fondo. È una cosa che si notava fin dai tempi del calcio e delle saponette nella doccia. Si è preso i suoi tempi, ha tentato l'espatrio, ha provato il Roipnol nel caffellatte di Francesca, l'introduzione del calendario babilonese con relativo incasinamento di date e ora. Ma adesso siamo qui.
Però, ho pensato, non può essere tutto qui. Una delle grandi doti di Paolo è la sua capacità di stupire (così come una grande dote di Francesca è la capacità di fingersi stupita). Anche ai tempi del calcio. B. era tutto estro e minchiate, capace di dribblare 7 uomini (avversari o compagni, non importa) e ritrovarsi solo davanti alla porta e poi ammettere fra matte risate che era la porta sbagliata. Paolo è così.
E allora, dov'è la sorpresa?, mi sono chiesto. In che modo ci stupirà oggi? Quella sala in centro stamattina a Ravenna e spacciata come "Comune", era in realtà un dopolavoro con bocciofila per anziani? Quella signorina che ha letto degli articoli a casaccio dal "Giuramento delle Giovani Marmotte", era in realtà una disgraziata comprata con due salatini al bar? Quell'assurdo foglio che dovrebbe essere l'attestato o il diploma o come-cazzo-si-chiama di matrimonio, perché assomigliava così tanto ad un menù da pizzeria plastificato? E, vi chiedo, perché Paolo si è firmato Jimmy il Fenomeno e Francesca Calamity Jeans? E perché all'uscita ho visto anziani con gli occhi iniettati di sangue lanciare selvaggiamente manate di riso?
Domande che ci siamo fatti tutti. Ma ecco la sorpresa. Ecco il doppio effetto speciale con carpiato che B. ci ha servito:
ERA TUTTO VERO!
La notizia è dura, lo so, ma rimanete calmi e aggrappatevi a chi avete di fianco (possibilmente alternando uomo con donna). Paolo e Francesca si sono sposati per davvero. Lo so, sembrava tutta una messinscena e qualche ospite assomigliava in maniera inquietante al cast di "Un medico in famiglia". Sembrava un modo per riunire qualche amico e rifarsi l'arredamento di casa. Ma Paolo e Francesca, per quanto sia duro dirlo, si amano. Paolo e Francesca non è che sono più famiglia di prima (impossibile) solo per un pezzo di carta, ma oggi facciamo festa con loro per come sono riusciti a fregarci tutti.

Bisogna ammetterlo: di fronte a Paolo siamo niente, siamo cacca.
Siamo nani sulle spalle di Ballanti.

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