31 marzo 2009

Le vie del Signorweb sono infinite

VaffanculoE' un sacco di tempo che volevo condividere con voi una gioia, ma i ritmi che questa vita balorda ci impone me l'hanno spesso impedito.
Avete presente quando pensi di poter rimandare, pensando: poi lo faccio, e poi quel poi si allontana ogni volta e tutto quanto gira intorno alla stanza mentre si danza mentre si danza?
Bene, a me è capitato così.
Ma oggi per un caso mi sono imbattutto di nuovo nelle statistiche di accesso al Dancin Blog.
Ché magari non tutti voi lo sapete, ma il web è il mezzo meno incline alla privacy che ci sia oggi (il che è tutto dire).
Di tutti voi posso sapere quasi qualsiasi cosa: se arrivate sul Blog vostra sponte, se ci arrivate seguendo il link della mail che vi arriva quando qualcuno scrive qualcosa, che sistema operativo avete sul PC con il quale visitate il Blog, che browser usate, quale versione del browser state usando, quale risoluzione dello schermo preferite, quale combinazione di colori, quando vi collegate, da quale città, da quale continente eccetera eccetera.
MA SOPRATTUTTO: se ci arrivate da una interrogazione effettuata su un motore di ricerca (e siccome non mi voglio far mancare nulla, anche da quale motore di ricerca esattamente, fino a distinguere ad esempio se ci arrivate da google o da google immagini).
Dopo cotanto pippone, ecco la gioia della quale voglio rendervi partecipi: da quando questo Blog esiste (non esattamente, per la verità: da quando ho implementato le statistiche sul Blog, il che è avvenuto più o meno un 7-8 mesi dopo la sua nascita), un sacco di visitatori ci sono finiti partendo da una ricerca su un motore di ricerca (per la stragrande maggioranza dei casi, cioè nel 74,03% dei casi -ad oggi- da google).
Perché sono così contento?
Perché vedo pienamente riconosciuto il mio lavoro, e -ammettiamolo, onore al merito- soprattutto quello del Gato.
Nunzio infatti vobis magno cum gaudio che 2951 visite (i cosiddetti visitatori unici, cioè le persone "distinte" che hanno navigato questo Blog) sono dovute al fatto che ognuna di queste persone ha cercato su google o analoghi motori di ricerca la parola "figa", che indisturbata veleggia al primo posto tra le parole di ricerca che hanno condotto i visitatori al Dancin Blog.
In totale, ad oggi, il 5,68% delle persone che ci hanno raggiunti tramite motore di ricerca devono la loro visita alla potenza di questa parolina magica.
D'altronde non lo scopro mica io che tira più un pelo di quella che un carro di questi.
Al secondo posto in questa specialissima classifica, con il 5,28% e un totale assoluto di 2.744 visite uniche, si piazza la parola "culo".
Giusto: il culo è sempre il culo.
Solo terzo, purtroppo, con il 4,88% e un totale di 2.536 visite, il povero "cazzo".
Di questo sono un po' dispiaciuto, credo meritasse un gradino un po' più alto del podio.
Per fortuna poi nei primi cinque, esattamente al quarto posto, con 2.321 visite uniche pari al 4,46% si piazzano le "tette".
Chiude la top five la parola "sesso", con il 2,22% che corrisponde a 1.155 visite.

Purtroppo non è tutto oro ciò che luccica, e devo con rammarico constatare come al sesto posto, immeritatamente, si sia riuscita a infilare la parola "blog", con 848 presenze e un valore percentuale dell'1,63%.

Per fortuna che settima è arrivata "troia", con l'1,53% e 797 visite uniche, ripristinando la situazione e rimettendo al posto loro quelli che credono di poter impunemente giungere al Dancin Blog cercando cose che non c'entrano.

Uno spettacolo.

baci

28 marzo 2009

Su la testa

donne e politicaSono rimasto letteralmente fulminato da una intervista che ho appena visto alla tivvì, nel programma di Daria Bignardi.
Diciamo che ho appena scoperto che anche in Italia esistono persone giovani che si occupano di politica e dicono ciò che pensano -giusto o sbagliato che sia- e non ciò che conviene loro o che qualcuno dice loro di dire.
Non lo credevo possibile e la cosa mi ha notevolmente sorpreso e, in qualche modo, divertito.
Segnatevi questo nome, se non lo conoscete già: Debora Serracchiani.
38enne avvocato di Udine, nata a Roma, milita nel PD del quale è segretario comunale e ha detto cose nell'intervista che, nella chiarezza e nei modi, non ho mai sentito dire da un politico italiano.
Nei modi, una specie di Obama in gonnella, per il momento con le dovute differenze; e sempre tenendo in debita considerazione che l'Italia non sono gli USA.
Voi comunque questo nome segnatevelo, ne sentiremo parlare.

baci

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24 marzo 2009

Vota Antonio (votantonio votantonio)

Oh Mama MiaForse qualcuno di voi (giusto i fedelissimi, immagino) ricorderà questo Post.
E' venuto il momento di piantarla con le parole e passare ai fatti.
E' ora di alzare in alto i nostri cuori e rivolgere i nostri cellulari al signore, inviando un SMS al numero 348 6979497 e scrivendo nel testo del messaggio: C8.
Ne fate tante di cazzate: una più una meno cosa volete mai che sia?
Fatelo; poi vi spiego.

baci

ps per chi accampasse scuse del tipo "ma io non ho il cellulare", potete rivolgervi alla dolce ragazza di nome Elena al vostro fianco, che è in possesso del necessario hardware omologato.

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17 marzo 2009

Una nuova era

Ora si dialogaL'altro giorno ho realizzato che mio figlio sta crescendo.
Ha poco meno di due anni, ma ho capito che posso cominciare a parlare con lui in maniera più o meno normale.
A latere potrei anche osservare che spesso sembra dire cose più intelligenti di molte persone con le quali ho quotidianamente a che fare nella mia vita, ma questo è un dettaglio.
E' successo questo: a un certo punto mi si è parato davanti senza le sue ciabatte di ordinanza.
Vietatissimo camminare senza le ciabatte, ordine della padrona di casa.
Quindi gli ho detto: ma cosa sei, senza ciabatte?
"Sì", mi ha risposto.
Asciutto, essenziale, preciso.
Allora gli ho detto: come senza le ciabatte, ma dove le hai messe?
"A ninne", mi ha risposto; e ha indicato un punto imprecisato dietro al divano.
Fammi vedere, gli ho detto allora: dove le hai messe?
"Qui", mi ha indicato dopo avermi portato dietro al divano.
Appoggiata su un tavolino (al suo posto, tra l'altro) c'era una scatola che contiene uno dei suoi giochi, uno dei tanti che i nostri amici gli hanno regalato.
Si tratta in sostanza di alcuni pezzi di gomma che si incastrano come una specie di lego, ma sono pezzi di gomma e sono grandi; ché si suppone che i bimbi tentino di fagocitare qualsiasi cosa che gli si para davanti.
Questa scatola (rossa) ha un coperchio (giallo), e dentro ci stanno tutti questi pezzettoni colorati di gomma che lui usa quando costruisce "la torre".
Vabbè.
Fatto sta che quando i pezzi sono nella scatola, la scatola è piena e non può contenere null'altro.
E comunque, in generale, non è il posto delle ciabatte.
Per di più, la scatola era chiusa col coperchio d'ordinanza, senza incertezze o inclinazioni balorde.
Allora gli ho detto: come qui? Qui ci sono i tuoi giochi, non le tue ciabatte.
E' stato allora che mio figlio mi ha decisamente sorpreso.
Ha preso la scatola in mano, me l'ha avvicinata stendendo le braccia, mi ha guardato fisso negli occhi e mi ha detto: "Guarda!", e il punto esclamativo l'ho messo perchè nella sua frase c'era.
Allora gli ho detto: no, dai, le hai messe veramente qui dentro?
E lui, senza staccarmi gli occhi dagli occhi, mi ha ripetuto: "Sì".
Ho aperto la scatola e dentro non c'era un solo pezzettone di gomma, ma solo un paio di ciabatte messe ordinate e appaiate, in bella mostra di sé.
Ho capito che qualcosa è cambiato, è cominciata una nuova era fatta di dialogo.
La dolce donna con la quale vivo mi ha guardato e rispolverando i suoi antichi studi di francese mi ha detto: "Mo' sso ccazzi tua".

baci

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10 marzo 2009

la Grande Storia del Gato

Luigi e RosaMilano, 29 dicembre 1935.
Luigi e Rosa ascoltano la radio in salotto sulle loro poltroncine in mogano e pelle. lei rammenda dei calzini che lui ostinatamente e stronzamente continua a bucare in punta. lui legge il giornale e sorseggia un cordialino mentre viene edotto su come spezzeremo le reni e il culo all'Etiopia. le ronde fasciste in strada oramai non sanno più chi menare e stanno decidendo se anche i pelati in fondo se le cercano due smazzolate.
hanno mangiato leggero (brodino acquoso che Rosa chiama "consommè" e 2-patate-2 ).
Luigi ha 27 anni, è brutto come uno scorfano ma tiene tanti progetti e degli sghei e quando legge il giornale e sta zitto è tanto buono e caro. Rosa ha 24 anni, è caruccia la qual cosa le è servito meno di zero se non che, quando è in fabbrica e fa le sue cose da segretaria, qualche impiegato le guarda il culo e le dice che è tanto brava.
Rosa: "Vacca miseria, mi sono punta ancora."
Luigi: "Eh?"
R.: "Questi calzini del menga. sei peggio di una trivella con quel ditone."
L.: "Rosa?"
R.: "Se gh'è?"
L.: "Che giorno è oggi? quanti ne abbiamo?"
R.: "Mah, il 29, credo."
silenzio. Luigi appoggia il giornale. tira giù d'un fiato il cordialino e si guarda il piede.
L.: "Devo tagliarmi le unghie."
R.: "Già."
L.: "Il 29... Mi sa che è proprio giornata."
Rosa strappa coi denti il dilo e guarda il calzino cicatrizzato e martoriato.
R.: "Vè, ho finito. fallo durare stavolta."
L.: "Rosa, è serata. stasera dobbiamo farlo. dai che abbiamo saltato il mese scorso. c'hai mica il mal di testa, vero?"
Rosa sospira. piuttosto si sparerebbe in un piede. al Luigi ci vuole anche bene ma pure scopare...
R.: "sono stanchetta. se è una cosa veloce..."
L.: "ma si, ma si. andiamo in camera."
i due si alzano. lei pensa che domani magari nel brodino ci mette pure un pezzo di carne, perché no? lui spegne la radio e canticchia una roba scema e si guarda il culo della sua Rosa.
squilla il campanello. Luigi guarda l'orologio. le 20 e 45.
L.: "Ma chi l'è che può essere a st'ora?"
R.: "Non lo so. va' a vedere, no?"
Luigi sciabatta alla porta. guarda dallo spioncino. un uomo. bello, ben vestito. la faccia seria.
sarà mica il partito, pensa.
L.: "Chi è?"
Uomo: "signore, lei non mi conosce ma sono qui per una faccenda di estrema importanza."
L.: "Ma chi è lei?"
U.: "il mio nome non ha importanza. sono un inviato speciale. mi chiami Gato. devo parlarle di una cosa della massima urgenza."
Luigi guarda Rosa e alza le spalle. il volto dell'uomo fuori, però, gli ispira fiducia. ed è curioso di sapere cosa vuole. apre la porta. in fondo, quell'ora nel palazzo sono tutti a casa.
U.: "Grazie. scusate l'orario ma ho viaggiato a lungo e sono riuscito a raggiungervi solo ora. lei deve essere Luigi e lei Rosa. piacere, Gato."
R. e L.: "piacere. si accomodi. desidera qualcosa da bere?"
U.: "no, grazie. è importante che vi spieghi il motivo della mia presenza. so che risulterà difficile per voi capire fino in fondo ma voglio che mi ascoltiate con attenzione."
L.: "o madunina, è successo qualcosa di grave?"
R.: "e fallo sedere, no? un così bel giovanotto. venga, si accomodi."
U.: "Certo, grazie."
nella casa c'è un vago odore di muffa. Gato scruta con attenzione il loro volto.
U.: "non preoccupatevi non è successo nulla. per il momento. è proprio per questo che sono qui. per impedirvi di fare una cosa terribile."
L.: "mi scusi, neh. ma proprio non capisco. cos'è che potremmo fare di terribile. la Rosa fa la segretaria. io sono un impiegato in banca. mica che si faccia chissà che."
U.: "Già, già. so che siete persone per bene. due lavoratori. proprio per questo so che capirete quello che sto per chiedervi."
Gato si rischiara la voce. lo sforzo della cosa imbrunisce per un attimo il suo splendido volto.
U.: "voi due questa sera non dovete accoppiarvi."
L.: "Cosa? ma cosa l'è ch'el dice? è matto?"
U.: "no, magari lo fossi. tutto sarebbe più semplice. cercherò di essere il più diretto possibile. io vengo dal futuro. esattamente dal 2010. un fisico è riuscito a costruire la macchina del tempo, un uomo straordinario chiamato Fabio Toscano ha studiato le applicazioni di un film della nostra epoca, Star Treck, ed è riuscito in quello che sembrava un sogno della scienza. e mi ha contattato subito per quello che sembrava un progetto folle: intervenire sul passato per alterare il futuro. quello che debbo dirvi non è facile, ma voi dovete ascoltarmi. questa sera voi sarete andati a letto, vi sareste accoppiati e lei, Rosa sarebbe rimasta incinta. 9 mesi dopo, esattamente il 29 settembre, sarebbe nato un maschio. e questo non deve succedere. io sono qui per impedirvelo."
il silenzio cala nella sala. Rosa e Luigi si guardano sbigottiti.
L.: "ma lei è matto come un cavallo. come pensa che possiamo crederle."
Gato mette una mano in tasca e tira fuori un foglio rosa.
U.: non volevo arrivare a tanto. ma sapevo che non sarebbe stato facile convincervi. guardate. questo è una pagina del più autorevole quotidiano dei nostri giorni. la Gazzetta dello sport. guardate la data. è un articolo riguardante un famoso avvenimento sportivo. leggete. vedete come è intitolato questo avvenimento? il Trofeo LUIGI BERLUSCONI. calmatevi. in pratica è una minchiata di partita giocata in agosto, un trofeo inutile che si svolge durante la preparazione estiva delle squadre di calcio, una roba terrificante in cui i calciatori si menano per niente. un inutile sfoggio di violenza bruta. ed è suo figlio che l'ha inventato. si, Silvio, il suo futuro figlio le ha dedicato sta cagata per ricordarla, si rende conto? quel demonio ha oltraggiato la sua memoria. non immagina i danni che quel trofeo ha recato al nostro paese. Buffon, il più grande portiere dei nostri tempi, si è rotto una spalla durante quella partita. chiunque lo vinca, poi non vince più nulla, peggio di una maledizione biblica. nella zona intorno San Siro quella sera non si trova parcheggio neanche pregando in aramaico. perciò io vi chiedo di astenervi questa sera. per l'umanità. per il vostro paese. per il bene. e forse altererò ulteriormente il futuro, ma per consolarvi, vi dico che avrete altri due figli, Maria Antonietta e Paolo. quelli potete farli tranquillamente. Paolo verrà su un po' coglionazzo ma al limite si farà qualche subrette e dirigerà un quotidiano con i piedi."
L.: "è terribile... mio figlio, un trofeo... noi non lo potevamo sapere... NON LO POTEVAMO SAPERE..."
U.: "lo so, lo so. è per questo che sono qui a parlarvi. per impedire che il vostro buon nome venga infangato."
R.: "grazie, Gato. grazie davvero. le giuriamo che non faremo nulla. io c'avevo anche un po' di mal di testa."
U.: "bene, mi sono tolto questo peso anche se la mia missione non è ancora finita. devo viaggiare e viaggiare, fino ad una casa romana nel 1954. a casa VELTRONI..."
L.: "certo, vada a salvare il suo mondo, viaggiatore nel tempo.ma, solo un'ultima domanda: sono tutti belli come lei nel futuro?"
U.: "No."

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