La fine del mondo
Oggi pomeriggio, o forse era stamattina -chissà- parlavo con mia suocera.
Eravamo da ore in una sala d'attesa; sono situazioni in cui, dopo aver scrutato ogni pixel del muro della stanza e aver riletto lo stesso giornale 164527 volte, ci si riduce a parlare persino con una suocera.
Lei mi faceva notare come certe emozioni siano difficili da fissare e comunicare in altro modo che non sia lo scrivere una lettera.
A mano, of course.
Non si parla qui di e-mail o comunque di scrivere al computer, si tratta proprio di flussi emotivi che partono dall'anima e senza interferenze, traduzioni o passaggi intermedi divengono inchiostro.
Lei sosteneva che la parola, quella parlata, mal si adatta a certe situazioni e comunque che non c'è parola parlata che valga quella scritta.
A mano.
Io credo di esser d'accordo, quella lettera di molti anni fa che ho postato sul blog qualche tempo addietro ne è la dimostrazione più evidente.
La lettera ha perso la sua diffusione come mezzo di comunicazione, ma ne mantiene intatto il fascino antico.
Leggere una lettera autografa è come sentire un profumo: può portarti indietro di anni, di decenni in un solo istante.
Una specie di teletrasporto virtuale, una navicella spaziale verso passati universi pressochè dimenticati.
Rileggere una lettera può voler dire ricordare qualcuno che si era scordato, o ancor più ricordare cosa per quella persona si provava; sentimenti che poi la mente dell'uomo cancella o almeno affievolisce.
Ecco, questo è il punto: scrivere di getto fissa le emozioni vere, e le fa riassaporare identiche quando si legge ciò che di getto si è scritto.
Emozioni che forse non saremmo nemmeno capaci di esprimere parlando, o che comunque se non venissero fissate sulla carta in tempo reale non potrebbero mai più essere espresse o rese nella loro esplosiva pienezza in un secondo momento, nemmeno da noi stessi, che le abbiamo vissute.
Io ad esempio, in questo preciso istante ho il cervello in frantumi, non capisco più niente; ed è per questo che ho scritto queste parole, per ricordarmi per sempre l'incredibile emozione che sta pervadendo il mio cuore e la mia anima ora che sento arrivare dalla sala operatoria qui a fianco il primo vagito di mio figlio che si annuncia alla vita.
La fine del mondo.
baci