Quando eravamo giovani, la sera ci trovavamo alla Casa della Birra.
Di sicuro avevamo un altro fisico, perchè andavamo avanti a birre e patatine fritte fino a tarda notte senza apparenti riflessi fisici.
Oggi se mangio una mentina dopo le 7 di sera non ho speranze.
Ricordo in particolare uno di noi che era in grado di ingurgitare chili e chili di patate fritte con quintali di ketchup senza mai mettere su un etto: era magro come è oggi.
Come molti locali che strizzano l'occhiolino ai ritmi e alle modalità del bar, nella Casa della Birra ci si ritrovava più o meno sempre gli stessi.
Era uno di quei posti dove potevi andare da solo, come al bar appunto; tanto sapevi per certo che qualcuno là ce lo beccavi e la serata non l'avresti comunque mai passata da solo.
C'è gente che nella mia vita credo di aver incontrato sempre e solo lì; mai vista in giro altrove.
In quel posto c'era comunque un'umanità piuttosto varia, era facile incontrare registi, sfigati, registi sfigati, geni, artisti, puttanieri e una altra infinità di categorie umane tutte la stessa sera, l'una a fianco dell'altra.
Potevi assistere a risse senza pagare il biglietto, incontrare vecchi avanzi di galera e giovani ragazze quasi sempre abbastanza brutte e potevi parlare di calcio e di figa senza eccessive rotture di coglioni, intagliando i tavoli in legno disegnando graffiti vari sempre senza che nessuno si sognasse di romperti le scatole.
Era un bel posto, a suo modo.
Forse un po' troppo vicino alla stazione per non considerare una botta di culo il fatto di non aver mai preso un treno sfruttando lo stato di ebbrezza per sparire verso altre possibili vite; ma era un bel posto.
Sono tanti anni che non ci entro più, alla Casa della Birra.
Non ho nemmeno idea se sia ancora aperta, e se sì da chi sia frequentata e chi la gestisca.
Tra l'altro, faccio anche fatica a immaginarmi quel posto senza la coltre di fumo che lo saturava e sfumava i contorni delle persone rendendo tutto ovattato; sensazioni che la legge Sirchia ha inesorabilmente eliminato pur facendoci probabilmente guadagnare in salute.
Mi piace però ricordare qui uno dei gestori, quello più leggero dell'aria, che se ne è andato troppo giovane per potercene fare una ragione.
Era una persona che a me piaceva molto, perlomeno per quanto io potessi conoscere di lui semplicemente frequentando quell'ambiente.
Mi sembrava gentile, e quando doveva prendere qualcuno per la collottola per sbatterlo fuori dal locale causa troppo alcool e troppo casino sembrava sinceramente dispiaciuto.
Era malato, e io non solo non lo sapevo ma non l'avevo nemmeno capito; tanto che avevo anche fatto la bella figura, incontrandolo poco prima che ci salutasse tutti, di fargli i complimenti e dirgli che mi sembrava dimagrito e in gran forma.
Lui aveva accennato un sorriso e mi aveva mentito per non farmi vergognare: sì, sto bene.
Gran bella figura di merda, che Dio l'abbia in gloria.
Oggi, alcuni degli avventori di quel posto dimenticato dagli uomini frequentano questo blog.
Sarebbe bello che, con le dovute proporzioni, questo luogo virtuale potesse rappresentare per loro una continuazione ideale di quel ritrovo.
baci