24 agosto 2007

Pitone da sarto

PitoneIeri sera mi hanno raccontato di un ragazzo che condivide la propria casa con un'iguana e un pitone, e mi son detto: questa la debbo bloggare.
Non starò qua a commentare che il ragazzo è un povero pazzo: troppo facile.
Tutta la figa che c'è a piede libero al giorno d'oggi; e lui vive con un pitone e un'iguana?
Vabbè.
L'iguana, comunque, sembra essere classificata come animale piuttosto dolce e - soprattutto - fortemente vegetariano.
Essendo invece il pitone di ben altre abitudini alimentari, riceveva dal ragazzo un po' di cose varie da mangiare: un po' di topi ogni tanto ed altre amenità del genere.
Un bel giorno, il serpente ha smesso di mangiare e ha cominciato un lungo digiuno apparentemente immotivato; finché, una bella mattina, quando il ragazzo si è svegliato nel suo letto ha trovato il pitone bello lungo e disteso al suo fianco.
Fortunatamente, il pitone non aveva la sigaretta accesa in bocca, il che lasciava immaginare che non ci fossero stati rapporti sessuali tra i due durante la notte.
Fatto sta che il ragazzo in questione, notando il comportamento perlomeno atipico del rettile, si è rivolto a un veterinario, spiegandogli come l'animale avesse smesso di mangiare e si fosse messo in testa di dormire come un essere umano.
Il veterinario, placidamente, gli ha fortemente consigliato di dare via il pitone e metterci una bella pietra sopra, spiegandogli che il pitone stava prendendo le misure.
Come prendendo le misure, ha chiesto lui.
Gli è stato risposto che il digiuno del pitone era né più né meno che preparatorio a un pasto degno di questo nome, e che il fatto che si fosse disteso nel letto a fianco a lui era un modo come un altro per misurarsi e capire se fosse già abbastanza lungo da potersi fisicamente permettere di mangiare il suo padrone.
Come dire: mi ti mangerebbe volentieri, ma prima fammi vedere se c'entri che poi mi viene l'acidità di stomaco.
Dite al vostro pitone di stare in campana; che sapete perfettamente cosa significa quella luce nei suoi occhi.
baci

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19 agosto 2007

Il mio viso si intontiva davanti al tuo parlare difficile

La Parabola del Buon CommessoL'altro giorno sono andato da Unieuro.
Avevo bisogno di una parabola perchè la vecchia si era rotta.
Sono entrato in questo superstore e ho fatto un giro pensando che me la sarei cavata in un tempo massimo di 10 minuti.
Mi sbagliavo.
Dopo aver fatto 3 volte il giro completo, mi sono rassegnato a chiedere a un addetto che stava facendo qualcosa dietro a un terminale in una postazione di lavoro.
Gli ho chiesto: "dove trovo una parabola?".
Quello mi ha risposto esattamente così: "nei pressi della massificazione vicino alla zona emozionale", indicandomi con il dito il punto opposto dello store.
Ho pensato: mi prende per il culo.
Ma sono andato comunque a vedere.
La "zona emozionale" non poteva essere quella dei frigoriferi, che aveva indicato con il dito, ho pensato.
Così ho rifatto un altro paio di volte il giro dell'intero store e poi ho, inevitabilmente, chiesto a un secondo addetto.
Gli ho chiesto: "dove trovo una parabola?"
Quello mi fa: "per il satellite?"
"No, per i miei coglioni", ho pensato tra me e me.
Mi serve una parabola da incastrare in mezzo alle palle così la smettono di consumarsi l'una contro l'altra quando mi girano.
Oppure avrei potuto rispondergli che mi serviva per il buon samaritano.
"Sì", mi sforzo di rispondere.
Questo mi dice di seguirlo, prende e si fa il giro di tutto il negozio un alto paio di volte, e io dietro.
Poi mi fa: "sono finite, le ho cercate anche un paio di giorni fa e non c'erano".
Gli ho detto: "ascolti un cretino, provi a cercarle nella zona emozionale - nella prima massificazione che trova".
Poi me ne sono andato.
Oggi proverò in un altro negozio, specificando che quello che cerco serve per captare il segnale satellitare, traducendolo in immagini decodificate che scorrano su quella scatola che ci ostiniamo, vetustamente, a chiamare TV.

baci

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16 agosto 2007

Lettera al direttore dei monopoli di stato*

Monopoli di StatoGentile dottor Giorgio Tino,
ci piacerebbe porgerle queste domande a voce, ma parlarLe sembra essere impossibile. Da mesi La cerchiamo inutilmente, cominciamo quasi a dubitare che Lei esista davvero. E dire che Lei avrebbe interesse a rispondere (oltre che il dovere). Secondo il rapporto di una commissione di inchiesta parlamentare e secondo gli uomini della Guardia di Finanza infatti, tra imposte non pagate e multe non riscosse le società concessionarie delle slot machine devono allo Stato 98 miliardi di euro (sì, proprio miliardi, quelli con nove zero, per capirci). Sarebbe una delle più grandi evasioni della storia d'Italia.
Secondo la commissione e gli investigatori, questo tesoro - che equivale a tre manovre finanziarie costate lacrime e sangue ai contribuenti - sarebbe stato in sostanza regalato alle società che gestiscono il gioco d'azzardo legalizzato. Di più: nei consigli di amministrazione di alcune di queste società siedono uomini appartenenti a famiglie legate alla Mafia. Insomma, lo Stato italiano invece di combattere Cosa Nostra le avrebbe regalato decine di miliardi di euro.
Con quel denaro si potrebbero costruire metropolitane in tutte le principali città d'Italia. Si potrebbero comprare 1.000 Canadair per spegnere gli incendi. Potremmo ammodernare cinquecento ospedali oppure organizzare quattro olimpiadi.
Si potrebbero realizzare impianti fotovoltaici capaci di fornire energia elettrica a milioni di persone oppure si potrebbe costruire la migliore rete ferroviaria del mondo.
Da mesi noi abbiamo riportato sul nostro giornale, Il Secolo XIX, i risultati dell'indagine. Decine di pagine di cronaca che non sono mai state smentite. Secondo la commissione d'inchiesta, i Monopoli di Stato hanno gravi responsabilità nella vicenda. Non solo: la Corte dei Conti ha chiesto alle società concessionarie di pagare decine di miliardi di euro per il risarcimento del danno ingiusto patito dallo Stato. E nei Suoi confronti, signor Tino, i magistrati hanno aperto un
procedimento per chiedere il pagamento di 1,2 miliardi di euro di danni.
Ma Lei che cosa fa? Tace e rimane al suo posto, come tutti i responsabili dei Monopoli, dalla dottoressa Barbarito alla dottoressa Alemanno (sorella dell'ex ministro di Alleanza Nazionale).
E, cosa ancora più incredibile, tace il vice-ministro dell'Economia, Vincenzo Visco (che da mesi ha ricevuto il rapporto della commissione di inchiesta), da cui Lei dipende.
Ma noi proviamo a porLe ancora una volta alcune domande:
- Come mai nell'agosto scorso il Governo Prodi ha deciso di confermare la Sua nomina al vertice dei Monopoli di Stato nonostante che, appena un mese prima, Lei fosse stato indagato dai magistrati di Potenza nell'inchiesta sul gioco d'azzardo?
- E' vero, come risulterebbe dalle intercettazioni telefoniche, che alcuni membri della Sua famiglia avrebbero ricevuto viaggi in regalo da importanti compagnie produttrici di tabacco?
- Perché, nonostante Lei fosse al vertice dei Monopoli di Stato, sedeva anche nel consiglio di amministrazione di una delle più importanti multinazionali di distribuzione dei tabacchi?
- Ma soprattutto: può spiegarci per filo e per segno che fine hanno fatto quei 98 miliardi di euro che secondo la Finanza sono stati sottratti alle casse dello Stato? E può dirci perché i Monopoli, come sostengono gli investigatori, non hanno chiesto il pagamento di nemmeno un euro di multa?
Finora Lei non ci ha mai voluto rispondere. Forse conta sul sostegno del mondo politico. Del resto la Sua poltrona è una delle più ambite d'Italia. Pochi lo sanno, ma i Monopoli gestiscono il commercio del tabacco e del gioco d'azzardo legalizzato. Insomma, un tesoro, su cui i partiti si sono lanciati da anni: AN ha suoi rappresentanti proprio nei consigli di amministrazione delle società concessionarie delle slot machine, mentre le federazioni dei DS sono proprietarie di molte
sale Bingo.
Così Lei può permettersi di tacere. Ma chissà che cosa farebbe se a ripeterLe queste domande fossero decine di migliaia di visitatori di questo blog (l'indirizzo dell'ufficio stampa è ufficiostampa@aams.it)?
Marco Menduni
Ferruccio Sansa
Giornalisti del Secolo XIX

*lettera pubblicata sul blog www.beppegrillo.it

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10 agosto 2007

La Grecia

RapputIo era anni che sentivo parlà dele vacanze in Grecia, che tutti ce annavano e ce se trovavano bene, e quest'anno ciò voluto provà pur io...
E me ne so 'nato in Grecia, la Grecia dele 100 isole, che per raggiungerle 20 hh de traghetto e antre 10 de macchina ancora non bastano...
La Grecia de l'arfabeto greco, che quanno riesci a decifrà 'n cartello stradale, sei già a due incroci dopo e stai sempre a fa inversione...
La Grecia dele ragazze cor profilo greco, che poi è solo 'n modo gentile pe' ddì che so nasone...
La Grecia de la carta de credito, che in Grecia nun è ancora arivata e te tocca magnà cor fiato sospeso fino a quanno non te portano er conto (che poi, spenni sempre 23 euri)...
La Grecia der cielo azzurro-mare blu, ma che in lujo-agosto è 'n unico lenzòlo bianco de foschia, come a Freggene o a Marina de Ravenna...
La Grecia delle casette bianche-porte/finestre azzurre ad uso e consumo de li turisti, che la Grecia saa so sempre immagginata così (e ce vo così poco a accontentalli)...
La Grecia della greek salad-moussaka-pomodori ripiegni, der suvlaki e daa carne de pecora, der vino co' dentro la resina, der vino co' dentro l'acqua, de li dorci cor miele, der caffè che pare sabbia, der caffè che pare acqua...
La Grecia de li tedeschi che ce tornano da 30 anni, ma 30 anni fa sì che era caratteristica, co' li muli pe' strada e gnente acqua nele case, ma mo' a sti greci der cazzo hanno voluto pure loro er progresso, come se se lo meritassero, manco fossero anche loro de pura razza ariana...
La Grecia baietta-caletta-spiaggetta, tutte uguali, che già ar quinto ggiorno non le distingui più, cor panfilo de la famijola svizzera ancorato davanti e er camper de la famijola milanese parcheggiato dietro, co' 15' de mulattiera pe' raggiungerle...
La Grecia der bagnetto corto e der bagnetto lungo, der bagno co' ji occhialetti e der bagno caa maschera, der bagno co' le pinne, senza pinne ma co' la scarpette de frocio, der bagno senza gnente che guarda caso è proprio la vorta che metti er piede su un riccio...
La Grecia der mettite la crema solare che sinò te scotti, mettite er doposole che te sei scottato...
La Grecia che in spiaggia te coci, ma non ce sta 'n cazzo da fare e leggi 'n libro dopo l'antro, e fai 'n bagno dopo l'antro, e ar quarto libro e ar decimo bagno ancora non s'è fatta l'ora de annarsene a casa...
La Grecia che dale 12 alle 17 non poi sta in spiaggia, che ce fa 'n cardo fottuto, che dale 12 alle 17 non poi sta in giro, che ce fa 'n cardo fottuto, che la notte non ce dormi perché fa 'n cardo fottuto, la GRECIA CHE CE FA SEMPRE 'N CARDO FOTTUTO!!!
A Grecia, a fija...

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