29 settembre 2007

I mulini a vento della troposfera

Mulini a VentoSto leggendo un interessantissimo libro di Vito Di Bari e voglio rendervi partecipi di una cosa che lui racconta perché tutto sommato riguarda tutti noi.
Il Prof. Bryan Roberts, del Politecnico di Sidney ha prototipato dei mulini a vento ipertecnologici.
Si tratta in sostanza di centrali eoliche da posizionare a 10.000 metri di altezza, eliminando in tal modo i due maggiori problemi dell'energia eolica: l'inquinamento acustico e l'incostanza dei venti.
Nella troposfera, infatti, il rumore non disturba nessuno e i venti sono costanti e incredibilmente intensi.
Questo sistema consente di avere un costo dimezzato dell'energia, più o meno un centesimo a Kilowattora; e non inquina.
Considerate questo dato: l'1% dell'energia prodotta dai venti ad alta quota sarebbe in grado di soddisfare il bisogno di energia di una metà esatta dell'umanità.
Energia rinnovabile.
Pulita.

Questi sistemi eolici del cielo hanno un rendimento del 90%, 3 volte superiore a quelli attualmente disponibili sul suolo terrestre.
Si è calcolato che 600 mulini a pale collegati assieme su una linea di 30 Km di cielo produrrebbero 3 volte l'energia prodotta dalla più grande centrale nucleare d'America.
Inoltre, la manutenzione non è così complessa come parrebbe: si tirano giù una volta al mese con lo stesso cavo che porta giù l'energia e vengono revisionati in un giorno.

Il progetto potrebbe partire con un investimento di 3 milioni di dollari (come giustamente osserva Di Bari, in Italia con quella cifra ci fai una bella palazzina di 6 piani).
Per finire, tutti i permessi sono in regola perchè la Faa ha già approvato il test.
"Bene, quando si parte?", si chiede il Professor Di Bari.
"Non si parte", si risponde una riga dopo.
Pare che non si trovino 30 Km di cielo liberi da linee aeree.
Oppure, "le lobby dell'energia, quando si tratta di mulini a vento, sono più efficaci di Don Chisciotte".

Ecco un po' di link all'argomento per i più curiosi:

- http://news.bbc.co.uk/2/hi/science/nature/1248068.stm
- http://magazine.enel.it/boiler/wirednews/wirednews0030.asp

baci

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steve jobs significa fiducia (e lavori)

iProdpoche palle.
era un po' che non scrivevo e bla bla bla.
è solo che è tutta l'estate che lavoro con steve jobs (cioè colui che ipod, iphone e si legge aipod, aifon) nel tentativo di dare vita alla sua ultima utopia visionaria: l'iprod (si legge aiprod).
ora possiamo annunciare la nascita di questa meraviglia tecnologica pronta a spiccare il volo (e a spaccare il culo) nel meraviglioso mondo della fantapolitica.
un primo prototipo in realtà è già in funzione da diverso tempo nelle Palazzochigi Ind. e devo dire con soddisfazione che tutte le sperimentazioni sono positive, al di là delle più rosee previsioni.
l'iprod è un simbiotico a interfaccia mononeuronale. elegante, ricoperto di morbida bambagia, contiene il rivoluzionario sistema Vic 20 ed è in grado di telefonare, poltrire, abbozzare, pedalare, legiferare (in realtà il software in questione presenta diverse carenze ma l'idea iniziale di steve e me non riteneva questa funzione necessaria, essendo previsto nel 2008 il lancio dell'evoluzione iveltro, che si legge aiveltro). attraverso il comodo touch screen potete svegliare il vostro iprod e, che so, farlo abbozzare collegati con un altro gameboy (abbiamo trovato problemi solo nella connessione col Nonintendo Mastella), telefonare in Pakistan ed utilizzare la funzione videopernacchia.
io e steve siamo molto orgogliosi del nostro prodotto. ora sogniamo che in ogni paese nel mondo ci sia un iprod.
lo so, sarebbe stupendo.
iciao (si legge aiciao)

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26 settembre 2007

L'Anti-Blog

Clemente, Clemente...Torno sull'argomento Mastella-blog perché è davvero incredibile quello che sta accadendo.
Vi invito a visitare il blog in questione, perché è un concentrato di errori di pensiero e di comportamento che può fare scuola.

"Tutto ciò che non si deve fare e scrivere su un blog".
Senatore, se lei decidesse di pubblicare un libro con questo titolo, semplicemente copiando pari pari i post che ha avuto il coraggio di scrivere sul suo blog, potrebbe tranquillamente dare le dimissioni da Ministro della Giustizia e vivere di rendita per il resto dei suoi giorni.
Il testo verrebbe adottato in tutte le Università italiane nel corso di laurea in Scienza della Comunicazione come esempio devastante di autogoal comunicativo.
Un mese di un blog così, e stia certo che i consensi politici nei suoi confronti scenderanno drasticamente fino a farla cadere nel dimenticatoio.

"Tutto ciò che non si deve fare e scrivere su un blog".
E cioè?
Cioè: censurare, ad esempio.
Oppure scrivere post con l'unico intento di difendersi, possibilmente attaccando qualcuno su cui sviare l'attenzione, invece che esprimere quelle vecchie cose chiamate idee, programmi; o qualsiasi altra cosa che possa aggiungere, invece che togliere.
La censura: se in altri campi dell'umano scibile la censura ha l'effetto di nascondere la conoscenza e la consapevolezza dei misfatti, ed è credibile perché nessuno è realmente al corrente del fatto che la censura stessa sia presente, su internet è l'esatto contrario.
Se fai un blog e poi censuri i commenti ai tuoi post, il giorno dopo 500 blog dicono a tutti i propri lettori, blogger anch'essi, con un evidente effetto di diffusione a macchia d'olio con progressione geometrica, che sei UN CACASOTTO.
Il che, onestamente, ti fa fare la figura del coglione vero e -soprattutto- rappresenta il più grande autogoal che sia possibile commettere.
I post: ma è mai possibile che il Ministro della Giustizia Italiano sia in grado di scrivere solo post autocommiseranti come "Sono io il male d'Italia?" o "Quelli del bollino"?!?
Ma è mai possibile che uno metta su un blog per complesso di inferiorità nei confronti di un comico?
Che usi il proprio blog praticamente solo come strumento di risposta a Grillo (dopo aver esplicitamente escluso di averlo messo su per quel motivo), commettendo però L'IMPALPABILE errore di parlare al popolo della rete con un linguaggio e un atteggiamento di spocchia VECCHIO DI SECOLI invece che aprendosi al confronto?
Se metti su un blog e ti comporti così, c'è una sola possibile ragione: non hai capito un cazzo di niente di un media e di uno strumento che non ti appartiene.
Non solo perchè sei cresciuto con la macchina per scrivere su fogli di carta velina; ma perché -cosa ben peggiore- non hai la minima possibilità di riuscire mai a comprendere nemmeno lontanamente cosa significhi la parola "confronto".
E guardate che queste cose io gliele ho dette, anzi scritte, di persona.
Senza offenderlo, tra l'altro; cosa che -forse- sto facendo ora perchè ho i coglioni che mi girano pensando che è questa la gente che ci governa (cazzo).
Peccato che non le ha pubblicate :-)
cvd

baci

ps vi invito nuovamente anche a leggere il VERO blog di Mastella, quello nel quale i commenti non vengono censurati dal nostro Guardasigilli perchè si tratta in effetti di una replica nella quale vengono ripubblicati i post del Clementone ma non c'è moderazione dei commenti da parte sua:

clEMENTE MASTELLA BLOG

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20 settembre 2007

... e io giro la frittata

PrortadellaMortadella ha criticato Grillo perché il comico lo ha scherzato dicendogli di essere in preda all'Alzheimer.
Questo è un trucchetto, a dire il vero neanche molto sofisticato, che certamente viene insegnato a tutti fin da quando cominciano a compiere i loro primi passi nel fantastico mondo della politica. E' molto semplice: quando ci si trova coinvolti in un confronto, si sposta l'attenzione dal contenuto per dirigerla sul contorno. In questo modo è possibile scampare da situazioni di difficoltà, per esempio quando non si hanno risposte da dare ai problemi messi sul tavolo.
E le associazioni dei malati di Alzheimer telefonano indignate, e gli amici di Mortadella (cioè tutti i politici, anche quelli di centro-destra, perché quando c'è da difendere lo status sono tutti amici) si stringono attorno a lui, alzano un gran polverone e alla fine forse non ti ricordi neanche più che cosa Grillo avesse contestato a Mortadella.

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15 settembre 2007

'sta rincojonita!

morte apparenteMi sono sempre dimenticato di dirvi una cosa importante.
Ricorderete che vi ho raccontato tempo addietro di una piscina condominiale e di una anziana matrona romana che occupava il proprio tempo a giocare a carte con le amiche, commentando ogni due per tre quanto fosse rincoglionito il suo ancor più anziano marito, peraltro sempre presente al momento degli insulti, bello tranquillo sdraiato sul suo lettino all'ombra e che -regolarmente- pensava ai cazzi propri.
Vedete, il fatto è che " 'sto rincojonito" non c'è più.
Quest'anno, alla riapertura della piscina, la vecchia signora si è presentata sola, con il suo tavolino e le sue sedie personali, il costume della festa e tutto quanto servisse ad aprire la stagione; e lì abbiamo capito.
Lei è sempre la stessa, non ha fatto una piega e si è ripresentata con il suo solito rituale, ogni giorno sempre identico.
Ogni tanto nei suoi discorsi, tra un re di picche e un due di fiori, affiora dalla stanca memoria un lontano riferimento al tempo che fu, a quando suo marito questo inverno l'ha lasciata sola; ma il tutto -come spiegarvi?- suona più come un discorso che s'addafà piuttosto che come qualcosa che se ne esce diritto dal cuore.
A noi piace pensare che 'sto rincojonito abbia organizzato per bene la sua fuga, assoldando qualche professionista delle morti apparenti, e dopo aver ingerito qualche intruglio da al lupo-al lupo si sia fatto trasportare verso il cimitero in una bara con aria condizionata per poi farsi scaricare libero e bello dietro un angolo, proprio due curve prima della tumulazione.
Io lo so che lui ora è in spiaggia a Copacabana con una modella brasiliana 18enne.
E ogni tanto pensa ancora: "se solo sapesse..."

baci

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11 settembre 2007

Metabolizzare

Oggi abbiamo in qualche modo rivissuto l'incubo di 6 anni fa, quando nostro malgrado abbiamo assistito a (e siamo noi stessi divenuti) un pezzo di storia.
La TV ci ha restituito immagini che sono catastrofe, odori che sono morte, fumo, gesta eroiche.
Non è semplice rivedere immagini che ancora oggi la tua testa rifiuta di percepire come storiche e non frutto della fantasia umana.
La cosa più assurda è che l'uomo si abitua a tutto.
Io ricordo esattamente -come tutti voi credo- dov'ero e che cosa facevo quando arrivò la notizia, una notizia prima confusa poi frammentata poi via via sempre più precisa.
Ero in riunione, assieme ad altri colleghi.
E' arrivata una telefonata, e ci hanno detto: "gli arabi hanno attaccato New York".
Voi dite che ci stessimo capendo un cazzo? Niente.
Io uscii dalla riunione, andai alla mia postazione aprendo il browser internet per capire, trovare qualche notizia.
Tutto bloccato, le agenzie tipo l'ANSA erano talmente subissate di richieste tutte assieme che il loro sito non rispondeva.
Bianco.
Muto.
In ufficio avevamo una TV, e a qualcuno venne in mente di accenderla.
Fu in quel momento che capimmo.
Realizzammo che si chiudeva una fase importante della nostra vita e se ne stava aprendo una completamente nuova.
Una fase fatta di terrore, limitazione della libertà personale, paura, odio e un'altra serie quasi infinita di cose molto poco belle.
Ricordo nitidamente che pensai: non c'è più senso in quello che stiamo facendo.
Ma che riunioni e riunioni: ci rendiamo conto di cosa sta succedendo?
La cosa che -perlomeno per quanto mi riguarda- i terroristi erano riusciti a fare, e bene, era smettere di colpo di farmi credere che le cose avessero un senso.
Non un senso logico, non un senso "estetico", non un senso -almeno- pratico.
Si era aperta, di colpo, la porta che portava al nulla.
La sensazione di essere fuori posto e fuori tema me la sono portata dentro veramente per molto tempo, e io in fondo ero solo un osservatore di un evento a decine di migliaia di km di distanza.
Non riesco ad immaginare cosa possa aver provato chi c'era.
L'attentato al World Trade Center è stato l'inizio di una nuova consapevolezza.
La vita è uno stato provvisorio, e i cimiteri sono pieni di uomini indispensabili.
"Devi esserci assolutamente, non puoi mancare"; maddeché?
Tutte frasi improvvisamente senza senso.

Di bello, o di brutto, c'è che l'uomo si abitua a tutto.
Io pensavo, dopo quella esperienza, di non mettere al mondo dei figli; ma poi l'uomo si abitua, si anestetizza, fa casino e poi rimedia........ insomma, riesce a gestire -alla lunga- anche gli stati emozionali più profondi.
E così, oggi mentre rivivevo gli stati d'animo di quell'11 settembre maledetto, ancora con i brividi che mi correvano sulla pelle, mi sono reso conto di colpo e quasi per caso che stavo guardando la TV con mio figlio in braccio.
E lui guardava me, non la TV; e sorrideva.
E quel sorriso diceva: non ti preoccupare papà, ci sono qua io.

baci

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06 settembre 2007

Un PO STrano...

Libro da leggere...almeno per me.
L'estate è un periodo mistico... in diverse fasi delle mia vita l'ho considerata momento di "caccia", di relax, di godimento, di mangiate, di viaggi e a volte queste cose insieme.
Da un po' di anni a questa parte gli agosti li passo in un posto molto bello in Val di Non in Trentino, che a parte indubbi pregi culinari mi permette di rilassare (mai riposare eh, ho due bimbi...) corpo e soprattutto mente.
Capita spesso, causassenzadiinternet, che tra una grigliata ed una passeggiata si leggano romanzi senza cercare nulla di impegnativo.
E' con questo spirito che, quando il padrone di casa mi parlò di questo strano libro accettai il prestito per trascorrere gli ultimi giorni di agosto leggendo una bella storia.
"Il libro", mi disse, "me l'ha regalato un prete spretato di Rimini che da 50 anni viene a Coredo in villeggiatura ed è un assiduo frequentatore del Bar Sport" (a dispetto del nome insipido, è un punto di riferimento turistico e culinario non indifferente gestito dalla famiglia della moglie del padrone di casa, ndr).
"Come spretato?", chiedo.
"Mah" risponde, con quello splendido accento musicale come il veneto ma con un nonsochè di meno impertinente "dopo aver studiato un po' ha chiesto l'esonero dal sacerdozio per coerenza e si è messo a scrivere e insegnare... ora è pensionato!"
"Urka..." ho detto e pensato... ed ho iniziato a leggere.
Questo POSTrano non vuole essere un "dubitando ad veritatem pervenimus" danbrowniano o esoterico, ma solo un consiglio a quanti di voi vogliano leggere un bel libro di considerare il romanzo storico "Gesù, Giuda e Maddalena" di Dino Merli, edito dalla casa editrice Ponte Vecchio credo nel 2005.
Il libro è un romanzo e come tale va preso, ma è basato su fonti storiche e mi dicono che l'autore corrisponde anche via mail per dubbi e domande.
Finisco quest'abuso pubblicitario (non ho royalty... ma delle cose che mi piacciono parlo volentieri con chi conosco) con il postare la carriera dello strano prete perchè dagli studi mi sembra tutt'altro che un cantinaro bufalico e molto poco codicedavinciano:
Dino Merli (Saludecio 1927), ordinato sacerdote nel 1950, ha insegnato greco, latino ed italiano nel seminario di Rimini (1952-66). Dal 1956 e per un decennio partecipa all'attività scoutistica, fino a quando, nel 1966, inizia gli studi presso le Pontificie Università Romane; giunge alla licenza di teologia e al diploma "Altiori Latinitatis" e alla licenza di Scienze Bibliche al Pontificio Istituto Biblico (1969), dove nel 1973, ottiene la Laurea in Scienze Bibliche. Frattanto è assistente alla Pontificia Università Gregoriana ed insegna sacra scrittura al Seminario Regionale di Anagni. Dal 1992 è pensionato.

Buona lettura.
RoarinPenguin

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05 settembre 2007

Auguri

Italia?Come non avrete potuto non notare, sembra che in questi giorni l'italia si sia di colpo svegliata da un sonno lungo molti decenni.
Dormiva così bene, poverina; mi dispiace.
Fatto sta che si è svegliata, è uscita di casa a comprare il latte e l'ha trovato molto caro.
Poi ha preso l'auto, è andata a far benzina e ha trovato esagerato il prezzo del rifornimento.
Poi è arrivata a un semaforo e si è di colpo accorta dei lavavetri e degli zingari e dei rumeni e degli indultati e dei coglioni e dei farabutti e dei figli di puttana e dei truffatori e dei mafiosi e dei camorristi e degli ndrangheti e degli assassini e dei coronini e dei maurizicostanzi e del fatto che insomma siamo un bel paese di merda.
Un po' mi dispiace, debbo dire; fa sempre male vedere tanta ingenuità sciogliersi tutta di colpo.
Io lo ripeterò sino a sfinirmi: trovo insopportabile l'ipocrisia che ricopre con il suo soffice manto l'italia tutta quanta.
Sembra un po' quella nebbia che nella nostra Vecchia Romagna veste il panorama e rende bianco il cielo per intere settimane.
Ecco: l'ipocrisia in italia ci assomiglia molto; con la differenza che la nebbia -ogni tanto- si toglie dai coglioni.
L'Italia è un paese ottimo per venirci in ferie (se sei italiano e torni a casa tua, ovviamente: non certo se sei veramente un turista e credi di trovare dei servizi e dell'efficienza) perchè è un posto storicamente, artisticamente e naturalmente unico al mondo.
Ma viverci, cazzo; che brutta esperienza.

baci

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03 settembre 2007

Un tramonto in valle

Dopo svariati anni di assenza, ho fatto ritorno ai lidi della mia fanciullezza: Marina Mort.. ehm Romea, il posto ideale per i proletari (inteso anche nel senso letterale: ricchi di prole) come me. Spiaggia ampia, tanta sabbia, a 100 metri da riva hai ancora l'acqua alle ginocchia e soprattutto, dopo le nove di sera, silenzio quasi tombale: lo sballo e il casino di Marina di Ravenna sembrano lontani anni luce. E invece sono a soli 3 Km di distanza. I bambini hanno di che divertirsi senza pericoli, genitori e nonni di che riposarsi senza rumori molesti.

Quasi le otto di sera: lasciati i pargoli nelle sapienti mani di mamma e nonni, mi permetto il lusso di 4 passi dietro casa dei miei con la macchina fotografica a tracolla e mi ritrovo qui:
Lagoon Sunset / Tramonto in Valle
Lo ricordavo come un posto pieno di zanzare, vagamente maleodorante e decisamente privo di qualunque interesse. Mi sbagliavo: una quiete rara, scorci bellissimi e una natura entusiasmante: i fan del bird watching impazzirebbero. D'altronde, zanzare a parte (quelle ci sono), il mio ricordo distorto è ben comprensibile: quando bazzicavo da queste parti avevo meno di vent'anni e l'ormone impazzito: Marina Romea era la prigione da cui cercare di fuggire appena calata la sera.

Certo che la Piallassa (o Pialassa) della Baiona, per gli amici semplicemente "La Valle" è un luogo alquanto controverso. Da un lato, oltre ad offrire scorci come questo (e anche molto più belli), è una laguna costiera iscritta fra le zone umide di importanza internazionale e comunitaria (vi si trovano fra l'altro numerose specie di uccelli fra cui aironi e svassi), fa parte del Parco Delta del Po e ha altresì, nel suo piccolo, importanza storica (vi sorge il Capanno dove Garibaldi trovò rifugio fra il 6 e il 7 agosto 1849 mentre gli Austriaci lo braccavano). Dall'altro, sulla sponda Sud, vi sorge il temibile complesso petrolchimico di Ravenna, uno dei più importanti (ed inquinanti) d'Europa. Giusto per ricordare un episodio noto, un "incidentino" del settembre 2000 (duemila, non millenovecentosettanta) si stima abbia causato la fuoriuscita di 4 tonnellate (esatto, tonnellate) di cloruro di vinile monomero (o CVM). Vi invito a un giretto su Google per sincerarvi di quanto sia "amica dell'uomo" questa sostanza. Certo, occorre evitare il facile catastrofismo e poi bisogna ammettere che negli ultimi anni una parte consistente degli impianti è stata dismessa. Però mi chiedo: chissà cos'han tirato su negli ultimi 40 anni gli orgogliosi possessori dei capanni da pesca che si assiepano sulle altre sponde? Senza dubbio tutto pesce buono.... Vogliam parlare delle vongole veraci? Grazie alla delibera N. 45/97 della Regione Emilia Romagna, una parte della valle è classificata come zona di raccolta delle vongole da parte di pescatori professionisti. Brrrrr....
Tranquilli(?), per le vongole veraci è attivo il monitoraggio dell'AUSL.

Buona cena a base di pesce.

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02 settembre 2007

E i torinisti aspettan su una gamba...

L'uomo ch'è venuto da lontano"Il giorno tropicale era un sudario
davanti ai grattacieli era un sipario
campa decentemente e intanto spera
di essere prossimamente milionario
l'uomo che è venuto da lontano
ha la genialità di uno Schiaffino
e religiosamente tocca il pane
e conta le sue stelle uruguaiane"
Vado a memoria quindi causa Alzheimer precoce potrebbe esserci qualche imprecisione, ma più o meno così scriveva Paolo Conte quasi trent'anni fa.

Oggi ho visto Recoba giocare nel Torino e mi è sono tornati in mente questi versi.....

"...si arrende il vento ai suoi capelli spessi
di Dio ti dice che sta lì a due passi..."

Ci sta, ci sta; anche se momentaneamente El Cino i capelli se li è tagliati a zero, tanto per avere la faccia pulita al grande appuntamento.
Massimo-Faccia-Da-Cavallo pur di tenerlo in tribuna prima e in bacheca poi era anche disposto ad adottarlo e a includerlo nel suo testamento petrolifero; ma per fortuna lui si è ricordato di essere un calciatore e non un soprammobile e ha preso il largo.
Ci sono due categorie di tifosi che hanno sempre qualcosa da dirsi: gli interisti e i torinisti.
Entrambi sono sempre stati quelli un po' sfigati delle rispettive città, quelli un po' malconci nonostante -nel caso milanese- i denari scialacquati a destra e a manca.
Per questo auguro agli amici torinisti (Dado, se ci sei batti un colpo) che Recoba faccia "l'ultima carità di un'altra rumba".
Vi dirò di più: ci credo.

baci

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