27 dicembre 2007

Il lato B

Sto guardando "la ghigliottina", seduto sul letto con il piccolo Pietro seduto in mezzo alle mie gambe.
C'è una partecipante dal nome impronunciabile (non perché complicato ma perché sinceramente orrendo -una roba tipo "Vannina" o giù di lì) che sta avendo botte di culo paurose nonostante un'ignoranza enciclopedica (talmente ignorante da fare scuola, fidatevi).
Insomma: questa ragazza rappresenta nel contempo una speranza per tutti noi e il livello medio che il nostro sistema scolastico, unitamente a quello televisivo, hanno creato negli ultimi anni.
Dopo una serie infinita di imbarazzanti ammissioni, tipo "non ho idea di chi sia Cary Grant né Laurence Olivier" -ma questa è solo la più veniale- le è capitata una domanda (facile) sui pittori: chi di questi 4 dipingeva nature morte anche perché non poteva pagare i modelli? Non ricordo nemmeno i nomi proposti perché mi sono fermato al primo: Van Gogh. Evidente che era lui, non ho letto oltre. Lei invece ha ben visto di esibirsi nella seguente perla: "di Van Gogh mi ricordo solo l'urlo di Munch".
Come la Corazzata Potemkin: 52 minuti di applausi.
Poi ti scopro che questa è la terza sera in fila che arriva in fondo eliminando gli altri pretendenti, e che si sta andando a giocare 120mila euro, che comunque, essendo completamente deficiente, non vincerà di certo.
Ma puttana di quella Eva, ecco ancora una conferma al detto popolare (l'ho sempre detto che i detti popolari sono il Sacro Graal della saggezza) "ove la ragion il cul contrasta, vince il cul e la ragion non basta".
Buone Feste a tutti.

baci

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16 dicembre 2007

Via col Vento

Via col ventoCome avrete notato, ho diradato di molto i miei post sul Dancin Blog.
Non è perché mi sia disaffezionato allo strumento, tutt'altro; è che sempre più spesso ho le dita che mi prudono e fosse per me scriverei solo di quanto soffro a vedere il nostro paese in questo declino chiaro, costante e probabilmente irreversibile che il New York Times ha così ben descritto qualche giorno fa.
Ogni giorno tra le cose che vivi e quelle che senti puoi scrivere non un post ma un intero blog sulla merda che ci circonda e della quale volenti o nolenti facciamo parte.
Ma dato che nella mia concezione il Dancin Blog è partito e rimane pensato come uno strumento di dialogo e comunicazione non verticale ma del tutto orizzontale, sia in termini di lettori/contributors che di argomenti di discussione, mi freno; e poi mi passa la voglia di scrivere cose più "leggere".
Vorrà dire che prima o poi ne metterò su un altro dedicato, tipo chepaesedimerda.com o qualcosa di simile.
Vabbè.
Per ora mi limito a registrare che Prince ha scelto Manuela Arcuri per il suo video
(va bene tutto, ma almeno la gnocca italiana è ancora ai vertici mondiali); e che ieri è salpato il Beluga Skysail, un portacontainer mercantile di 132 metri dotato oltre che di motori tradizionali anche di una vela aerea in fibra sintetica ultraleggera in grado di catturare i venti a 300 metri di altezza sul livello del mare, sfruttando l'energia eolica.
Dato che il sistema permette un risparmio -a seconda dei venti- tra il 30% e il 50% del gasolio normalmente utilizzato dalle navi, mi sembra che almeno questa sia una buona notizia.

baci

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06 dicembre 2007

Mancinità

MancinitàIl mondo è per i destri.
Spesso mi distraggo, nella vita di tutti i giorni non c'è sempre il tempo di fare mente locale sui dettagli; ma poi ogni tanto mi torna evidente questo fatto.
I mancini saranno pure affascinanti, particolari e talora persino geniali; ma il mondo odierno è per i destri, non c'è un cazzo da fare.
A parte l'annoso problema della scrittura, per il quale dovendo scrivere da sinistra a destra si è obbligati a passare con il polso su quanto appena scritto con evidenti problemi di inchiostro antipatico (e infatti Leonardo -che era sia mancino che genio- aveva ben visto di prendere l'abitudine di scrivere da destra a sinistra; ché non c'aveva tempo di inventare la Bic, preso com'era dalle macchine volanti), ci sono un sacchissimo di cose che non si riescono proprio a fare in maniera ergonomica se si è mancini.
Provato mai ad esempio a pelare le patate?
I pelapatate sono per i destri, l'inclinazione delle lame è fatta per chi utilizza l'infernal aggeggio con la mano destra.
Se lo usi con la sinistra, fatti tuoi: ti mangerai le patate con la buccia, non sono così male e sono ben più nutrienti.
E poi quel che non strozza ingrassa.
Per non parlare delle inezie, come ad esempio i tasti che devi spingere in sequenza per bloccare e sbloccare la tastiera dei cellulari nokia: comodissimi se usi la destra, da disarticolarsi il pollice se utilizzi la mano opposta.
Ce ne sono, di questi esempi: quanti ne volete.
Sembra quasi che i mancini abbiano una colpa da espiare per tutta la loro vita.
Che poi se ci pensate bene basta andare a vedere come la nostra lingua discrimina tra destra e sinstra.
Per dire che una persona è in gamba, ad esempio, si dice che è un tipo destro.
Se invece sbatti con l'auto e fai dei danni, si dice che hai avuto un sinistro.
Un luogo brutto, preoccupante e buio è un luogo sinistro.
Eccetera, eccetera.
Quindi, dopo tanti siti ottimizzati per internet explorer versione 6.14 con risoluzione 800x600 (un modo come un altro dei web master per scrivere: non sono capace di fare questo mestiere, non riesco a fare un sito che sia decentemente leggibile a prescindere dal cazzo di browser che usi) da oggi il Dancin Blog è ottimizzato per i mancini.
Ma dato che io sono un web master con i controfiocchi, non farò pesare la cosa ai destri (che democrazia).

baci

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29 novembre 2007

Gemelli

Allora, ve la faccio brevissima.
Sto leggendo Invisible Monsters di Chuck Palahniuk e i casi sono tre:

1. Chuck Palahniuk non esiste, è solo il nom de plume del Gato; questo spiegherebbe come mai da qualche anno El Gato è così occupato e tira bidoni anche ad appuntamenti che organizza lui stesso;

2. El Gato non esiste, è solo l'avatar di uno scrittore americano che si chiama Chuck Palahniuk; questo spiegherebbe come mai, schierato per anni al centro della difesa della Virtus, vigliacco se El Gato è mai riuscito in vita sua non dico a fermare, ma almeno a rallentare un centrattacco avversario;

3. El Gato e Chuck Palahniuk sono due persone diverse, e allora al mondo ci sono due paranoici pericolosi, facenti uso incontrollato di allucinogeni pesanti, a piede libero.

Se quella giusta è la 3., dio ci scampi!

Ciao a tutti e leggete, bestie!

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16 novembre 2007

Outsourcing (o: fuori i topi)

Out SourcingStamattina alla macchina del caffè quel gran genio del mio amico se ne è uscito con una delle sue.
Dato che con un cacciavite in mano fa miracoli, ma con un bicchiere di cioccolato e latte al posto del cacciavite li pensa (che razza di demiurgo che è il mio amico), mi ha detto -con la leggerezza che contraddistingue chi è genio senza rendersene conto appieno- che fosse per lui darebbe la politica italiana in outsourcing.
Pensateci: non è mica una cazzata.
Forse è l'unico modo per vedere una flebile lucina in fondo al tunnel.
Dato che di certo nella vita degli italiani c'è solo la morte e il fatto di essere malgovernati (o governati da ladri) chiunque -ma proprio chiunque- salga al potere, e dato che la morte non si può eliminare, potremmo concentrarci su questi parassiti infami della nostra società e della nostra vita.
Un bel referendum popolare: gestione della politica italiana in appalto alla migliore società di servizi politici mondiale.
Una bella roba meritocratica, con revisione triennale dello SLA e pagamento del servizio 20% subito e 80% al raggiungimento del risultato fissato.
Pensate all'Italia governata, che so, dagli svizzeri.
A molti l'idea farà rabbrividire (sai tutti quei dirittini tutti italiani tipo non pagare le tasse, lavorare in nero, pretendere il parcheggio sotto casa ecc ecc?) ma puttana di quella troia alle persone per bene non può che andare bene.
A parte che ne guadagnerebbe di gran lunga anche la qualità del cioccolato italiano; ma vabbè.
Meditate, gente: meditate.

baci

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08 novembre 2007

Non vi si può lasciar soli un attimo

pazziaTorno a scrivere due righe dopo un po' di tempo.
Ero uccel di bosco perchè nelle ultime 3 settimane ho solo traslocato di casa, aperto un ufficio e lavorato piuttosto intensamente (oltre ovviamente ad aver passato tempo a giocare con mio figlio).
Nel frattempo se ne sono andati il barone e il grande vecchio, pace all'anima loro.
Questo è il periodo degli attacchi di cuore, se ne vanno tutti in questi mesi vicini al Natale; un po' come d'estate ci sono quelli che entrano nei supermercati o nei college americani e sparano a tutti quelli che gli passano davanti.
Il problema è che negli ultimi anni fa decisamente più caldo, onde ragion per cui questi sparatutto si divertono anche durante i mesi autunnali.
Il ragazzo finlandese che ne ha fatti fuori 8 (e lo aveva anche detto prima pubblicando un video su YouTube, il genio) è un'eccezione a parte: là non fa caldo ma in questo periodo cominciano ad esserci 3 ore di luce al giorno e fino a febbraio-marzo non se ne riparla quindi la gente dà fuori di testa.
Comunque sia, onore a Nils Liedholm e Enzo Biagi: due grandi.
La cosa peggiore di tutte, quando traslochi, è che ti cambia il mondo; soprattutto se lo fai in una grande città.
Senza stare a parlare della linea telefonica e (soprattutto) della connettività (in italia le aziende di servizi possono permettersi di dichiararti tranquillamente -dopo averli chiamati, avere atteso 2 ore al telefono in attesa che ti cagassero, avere completato la procedura di cambio domiciliazione in linea con l'operatore, avere scaricato e compilato e faxato un modulo di cambio domiciliazione, ECCETERA ECCETERA- che ci vogliono almeno 40 giorni prima che prendano in carico la tua richiesta -nota bene: non che la evadano, ehhhhhhhh-); senza stare a parlare di tutto questo, dicevo, quello che cambia sono quelle care, vecchie abitudini consolidate nel tempo che caratterizzavano la tua quotidianità.
Non pensate a cose altisonanti, beninteso: anche solo il trovare un parcheggio umanamente vicino a casa a fine giornata è frutto di dinamiche completamente differenti da prima, non so se mi capite.
Ma tant'è: è cominciata un'altra fase, e siamo qua con il coltello tra i denti e un ghigno mentre tutto quel sangue ci cola dalle labbra, va là: as usual.

baci

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15 ottobre 2007

Il giorno dell'ambiente

AmbienteOggi i blogger di tutto il mondo si uniscono per focalizzare l'attenzione su una tematica: l'ambiente.
Il Blog Action Day è stato pensato per sensibilizzare e non per giudicare; i politici direbbero "per mettere sul tavolo della programmazione l'argomento", o qualcosa di simile.
Io di ambiente non so un granchè, se non che è tutto ciò che ci circonda, l'ecosistema nel quale ogni giorno viviamo.
Sull'importanza di preservarlo dagli scempi e di conservarlo per l'eternità credo sia ormai stato scritto di tutto; quello che manca è il tratto comportamentale, non quello grafico.
Ne scriviamo e leggiamo di tutti i colori, ma poi ogni giorno -nella vita reale dico- vediamo gente che getta di tutto dal finestrino, ettari di boschi che bruciano, sporcizia dovunque e la natura sempre più violata.
Io solo una cosa mi sento umilmente di scrivere su questo argomento: la nostra vita è sempre più caotica e si accompagna ogni giorno di più a comportamenti che poco hanno a che vedere con la nostra essenza di prodotti della natura.
Io credo che ognuno di noi, nel proprio piccolo, possa contribuire a invertire questa assurda tendenza: non sporcando, separando i propri rifiuti per categoria al fine di poterne riciclare il più possibile, rispettando la natura e l'ambiente nei quali vive, ricordandosi di essere null'altro che acqua con qualche altro elemento naturale mischiato dentro.
Siamo espressioni di quell'ambiente che ci alleniamo quotidianamente a distruggere.
Proviamo a invertire la tendenza, la sporcizia accorcia la vita.

baci

PS Kiki, tu che sei un'eminenza del campo se ci sei batti un colpo.
PPS Gato, tu stai zitto (capisco che tu ce l'abbia con la natura, con quel che ti ha fatto ;-)

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03 ottobre 2007

pece

Daniele Pecenel corso degli ultimi mesi si sono verificati vari episodi di importanza più o meno rilevante in un contesto personale e globale.
l'escalation nucleare nella psiche di mastella che ha costretto il consesso dei suoi ultimi fugaci neuroni a prendere drastiche sanzioni come lo sciopero del culo (evitando di evacuare per settimane, la merda lo sta sommergendo), il taglio delle cose-intelligenti-da-dire (cioè, apri la bocca e spari solo immani cazzate).
il delitto di garlasco che, se ho capito bene, è una frazione in provincia di gardaland e un biondino stile ariano-nazi ha trovato la ragazza morta, si è fatto un martini, si è pulito le scarpe, ha fatto un giro in bici, ha chiamato il call center di porta a porta dove il solito precario arrogante l'ha messo in attesa 25 minuti e poi gli ha chiesto il codice fiscale e detto di mandare una mail con le generalità dell'efferatezza.
si è sposato daniele pece.
daniele pece giocava laterale destro nella vecchia virtus (la sua leggendaria interpretazione del ruolo lo portava spesso a fluidificare nella vicina statale 16). grazie a lui si è creata l'espressione "occhi iniettati di sangue". grazie a lui le leggende cinematografiche sul sapone nelle docce maschili sono state autenticate. daniele ha sempre privilegiato nei rapporti sentimentali l'amore e la coercizione legando le sue fidanzate nel calorifero della stanza da letto e portandole in giro con un guinzaglio. il suo i-pod manda in rotazione costante la colonna sonora di un porno tedesco del '75. leggendario il suo shampoo allo sperma che ci spalmava nei capelli dopo ogni partita (ora sappiamo perché la percentuale di alopecia tra i reduci virtus è così bassa). le persone che ha affittato per spacciarsi come suoi genitori sono passate da me e mi hanno informato del matrimonio. ma si sono tradite perché hanno detto che daniele mi salutava e poi non mi hanno dato un coppino.
ora lui e sua moglie bruni sono in luna di miele: un tour nelle case di tutti quelli che conoscono. siete avvisati.

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29 settembre 2007

I mulini a vento della troposfera

Mulini a VentoSto leggendo un interessantissimo libro di Vito Di Bari e voglio rendervi partecipi di una cosa che lui racconta perché tutto sommato riguarda tutti noi.
Il Prof. Bryan Roberts, del Politecnico di Sidney ha prototipato dei mulini a vento ipertecnologici.
Si tratta in sostanza di centrali eoliche da posizionare a 10.000 metri di altezza, eliminando in tal modo i due maggiori problemi dell'energia eolica: l'inquinamento acustico e l'incostanza dei venti.
Nella troposfera, infatti, il rumore non disturba nessuno e i venti sono costanti e incredibilmente intensi.
Questo sistema consente di avere un costo dimezzato dell'energia, più o meno un centesimo a Kilowattora; e non inquina.
Considerate questo dato: l'1% dell'energia prodotta dai venti ad alta quota sarebbe in grado di soddisfare il bisogno di energia di una metà esatta dell'umanità.
Energia rinnovabile.
Pulita.

Questi sistemi eolici del cielo hanno un rendimento del 90%, 3 volte superiore a quelli attualmente disponibili sul suolo terrestre.
Si è calcolato che 600 mulini a pale collegati assieme su una linea di 30 Km di cielo produrrebbero 3 volte l'energia prodotta dalla più grande centrale nucleare d'America.
Inoltre, la manutenzione non è così complessa come parrebbe: si tirano giù una volta al mese con lo stesso cavo che porta giù l'energia e vengono revisionati in un giorno.

Il progetto potrebbe partire con un investimento di 3 milioni di dollari (come giustamente osserva Di Bari, in Italia con quella cifra ci fai una bella palazzina di 6 piani).
Per finire, tutti i permessi sono in regola perchè la Faa ha già approvato il test.
"Bene, quando si parte?", si chiede il Professor Di Bari.
"Non si parte", si risponde una riga dopo.
Pare che non si trovino 30 Km di cielo liberi da linee aeree.
Oppure, "le lobby dell'energia, quando si tratta di mulini a vento, sono più efficaci di Don Chisciotte".

Ecco un po' di link all'argomento per i più curiosi:

- http://news.bbc.co.uk/2/hi/science/nature/1248068.stm
- http://magazine.enel.it/boiler/wirednews/wirednews0030.asp

baci

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steve jobs significa fiducia (e lavori)

iProdpoche palle.
era un po' che non scrivevo e bla bla bla.
è solo che è tutta l'estate che lavoro con steve jobs (cioè colui che ipod, iphone e si legge aipod, aifon) nel tentativo di dare vita alla sua ultima utopia visionaria: l'iprod (si legge aiprod).
ora possiamo annunciare la nascita di questa meraviglia tecnologica pronta a spiccare il volo (e a spaccare il culo) nel meraviglioso mondo della fantapolitica.
un primo prototipo in realtà è già in funzione da diverso tempo nelle Palazzochigi Ind. e devo dire con soddisfazione che tutte le sperimentazioni sono positive, al di là delle più rosee previsioni.
l'iprod è un simbiotico a interfaccia mononeuronale. elegante, ricoperto di morbida bambagia, contiene il rivoluzionario sistema Vic 20 ed è in grado di telefonare, poltrire, abbozzare, pedalare, legiferare (in realtà il software in questione presenta diverse carenze ma l'idea iniziale di steve e me non riteneva questa funzione necessaria, essendo previsto nel 2008 il lancio dell'evoluzione iveltro, che si legge aiveltro). attraverso il comodo touch screen potete svegliare il vostro iprod e, che so, farlo abbozzare collegati con un altro gameboy (abbiamo trovato problemi solo nella connessione col Nonintendo Mastella), telefonare in Pakistan ed utilizzare la funzione videopernacchia.
io e steve siamo molto orgogliosi del nostro prodotto. ora sogniamo che in ogni paese nel mondo ci sia un iprod.
lo so, sarebbe stupendo.
iciao (si legge aiciao)

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26 settembre 2007

L'Anti-Blog

Clemente, Clemente...Torno sull'argomento Mastella-blog perché è davvero incredibile quello che sta accadendo.
Vi invito a visitare il blog in questione, perché è un concentrato di errori di pensiero e di comportamento che può fare scuola.

"Tutto ciò che non si deve fare e scrivere su un blog".
Senatore, se lei decidesse di pubblicare un libro con questo titolo, semplicemente copiando pari pari i post che ha avuto il coraggio di scrivere sul suo blog, potrebbe tranquillamente dare le dimissioni da Ministro della Giustizia e vivere di rendita per il resto dei suoi giorni.
Il testo verrebbe adottato in tutte le Università italiane nel corso di laurea in Scienza della Comunicazione come esempio devastante di autogoal comunicativo.
Un mese di un blog così, e stia certo che i consensi politici nei suoi confronti scenderanno drasticamente fino a farla cadere nel dimenticatoio.

"Tutto ciò che non si deve fare e scrivere su un blog".
E cioè?
Cioè: censurare, ad esempio.
Oppure scrivere post con l'unico intento di difendersi, possibilmente attaccando qualcuno su cui sviare l'attenzione, invece che esprimere quelle vecchie cose chiamate idee, programmi; o qualsiasi altra cosa che possa aggiungere, invece che togliere.
La censura: se in altri campi dell'umano scibile la censura ha l'effetto di nascondere la conoscenza e la consapevolezza dei misfatti, ed è credibile perché nessuno è realmente al corrente del fatto che la censura stessa sia presente, su internet è l'esatto contrario.
Se fai un blog e poi censuri i commenti ai tuoi post, il giorno dopo 500 blog dicono a tutti i propri lettori, blogger anch'essi, con un evidente effetto di diffusione a macchia d'olio con progressione geometrica, che sei UN CACASOTTO.
Il che, onestamente, ti fa fare la figura del coglione vero e -soprattutto- rappresenta il più grande autogoal che sia possibile commettere.
I post: ma è mai possibile che il Ministro della Giustizia Italiano sia in grado di scrivere solo post autocommiseranti come "Sono io il male d'Italia?" o "Quelli del bollino"?!?
Ma è mai possibile che uno metta su un blog per complesso di inferiorità nei confronti di un comico?
Che usi il proprio blog praticamente solo come strumento di risposta a Grillo (dopo aver esplicitamente escluso di averlo messo su per quel motivo), commettendo però L'IMPALPABILE errore di parlare al popolo della rete con un linguaggio e un atteggiamento di spocchia VECCHIO DI SECOLI invece che aprendosi al confronto?
Se metti su un blog e ti comporti così, c'è una sola possibile ragione: non hai capito un cazzo di niente di un media e di uno strumento che non ti appartiene.
Non solo perchè sei cresciuto con la macchina per scrivere su fogli di carta velina; ma perché -cosa ben peggiore- non hai la minima possibilità di riuscire mai a comprendere nemmeno lontanamente cosa significhi la parola "confronto".
E guardate che queste cose io gliele ho dette, anzi scritte, di persona.
Senza offenderlo, tra l'altro; cosa che -forse- sto facendo ora perchè ho i coglioni che mi girano pensando che è questa la gente che ci governa (cazzo).
Peccato che non le ha pubblicate :-)
cvd

baci

ps vi invito nuovamente anche a leggere il VERO blog di Mastella, quello nel quale i commenti non vengono censurati dal nostro Guardasigilli perchè si tratta in effetti di una replica nella quale vengono ripubblicati i post del Clementone ma non c'è moderazione dei commenti da parte sua:

clEMENTE MASTELLA BLOG

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20 settembre 2007

... e io giro la frittata

PrortadellaMortadella ha criticato Grillo perché il comico lo ha scherzato dicendogli di essere in preda all'Alzheimer.
Questo è un trucchetto, a dire il vero neanche molto sofisticato, che certamente viene insegnato a tutti fin da quando cominciano a compiere i loro primi passi nel fantastico mondo della politica. E' molto semplice: quando ci si trova coinvolti in un confronto, si sposta l'attenzione dal contenuto per dirigerla sul contorno. In questo modo è possibile scampare da situazioni di difficoltà, per esempio quando non si hanno risposte da dare ai problemi messi sul tavolo.
E le associazioni dei malati di Alzheimer telefonano indignate, e gli amici di Mortadella (cioè tutti i politici, anche quelli di centro-destra, perché quando c'è da difendere lo status sono tutti amici) si stringono attorno a lui, alzano un gran polverone e alla fine forse non ti ricordi neanche più che cosa Grillo avesse contestato a Mortadella.

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15 settembre 2007

'sta rincojonita!

morte apparenteMi sono sempre dimenticato di dirvi una cosa importante.
Ricorderete che vi ho raccontato tempo addietro di una piscina condominiale e di una anziana matrona romana che occupava il proprio tempo a giocare a carte con le amiche, commentando ogni due per tre quanto fosse rincoglionito il suo ancor più anziano marito, peraltro sempre presente al momento degli insulti, bello tranquillo sdraiato sul suo lettino all'ombra e che -regolarmente- pensava ai cazzi propri.
Vedete, il fatto è che " 'sto rincojonito" non c'è più.
Quest'anno, alla riapertura della piscina, la vecchia signora si è presentata sola, con il suo tavolino e le sue sedie personali, il costume della festa e tutto quanto servisse ad aprire la stagione; e lì abbiamo capito.
Lei è sempre la stessa, non ha fatto una piega e si è ripresentata con il suo solito rituale, ogni giorno sempre identico.
Ogni tanto nei suoi discorsi, tra un re di picche e un due di fiori, affiora dalla stanca memoria un lontano riferimento al tempo che fu, a quando suo marito questo inverno l'ha lasciata sola; ma il tutto -come spiegarvi?- suona più come un discorso che s'addafà piuttosto che come qualcosa che se ne esce diritto dal cuore.
A noi piace pensare che 'sto rincojonito abbia organizzato per bene la sua fuga, assoldando qualche professionista delle morti apparenti, e dopo aver ingerito qualche intruglio da al lupo-al lupo si sia fatto trasportare verso il cimitero in una bara con aria condizionata per poi farsi scaricare libero e bello dietro un angolo, proprio due curve prima della tumulazione.
Io lo so che lui ora è in spiaggia a Copacabana con una modella brasiliana 18enne.
E ogni tanto pensa ancora: "se solo sapesse..."

baci

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11 settembre 2007

Metabolizzare

Oggi abbiamo in qualche modo rivissuto l'incubo di 6 anni fa, quando nostro malgrado abbiamo assistito a (e siamo noi stessi divenuti) un pezzo di storia.
La TV ci ha restituito immagini che sono catastrofe, odori che sono morte, fumo, gesta eroiche.
Non è semplice rivedere immagini che ancora oggi la tua testa rifiuta di percepire come storiche e non frutto della fantasia umana.
La cosa più assurda è che l'uomo si abitua a tutto.
Io ricordo esattamente -come tutti voi credo- dov'ero e che cosa facevo quando arrivò la notizia, una notizia prima confusa poi frammentata poi via via sempre più precisa.
Ero in riunione, assieme ad altri colleghi.
E' arrivata una telefonata, e ci hanno detto: "gli arabi hanno attaccato New York".
Voi dite che ci stessimo capendo un cazzo? Niente.
Io uscii dalla riunione, andai alla mia postazione aprendo il browser internet per capire, trovare qualche notizia.
Tutto bloccato, le agenzie tipo l'ANSA erano talmente subissate di richieste tutte assieme che il loro sito non rispondeva.
Bianco.
Muto.
In ufficio avevamo una TV, e a qualcuno venne in mente di accenderla.
Fu in quel momento che capimmo.
Realizzammo che si chiudeva una fase importante della nostra vita e se ne stava aprendo una completamente nuova.
Una fase fatta di terrore, limitazione della libertà personale, paura, odio e un'altra serie quasi infinita di cose molto poco belle.
Ricordo nitidamente che pensai: non c'è più senso in quello che stiamo facendo.
Ma che riunioni e riunioni: ci rendiamo conto di cosa sta succedendo?
La cosa che -perlomeno per quanto mi riguarda- i terroristi erano riusciti a fare, e bene, era smettere di colpo di farmi credere che le cose avessero un senso.
Non un senso logico, non un senso "estetico", non un senso -almeno- pratico.
Si era aperta, di colpo, la porta che portava al nulla.
La sensazione di essere fuori posto e fuori tema me la sono portata dentro veramente per molto tempo, e io in fondo ero solo un osservatore di un evento a decine di migliaia di km di distanza.
Non riesco ad immaginare cosa possa aver provato chi c'era.
L'attentato al World Trade Center è stato l'inizio di una nuova consapevolezza.
La vita è uno stato provvisorio, e i cimiteri sono pieni di uomini indispensabili.
"Devi esserci assolutamente, non puoi mancare"; maddeché?
Tutte frasi improvvisamente senza senso.

Di bello, o di brutto, c'è che l'uomo si abitua a tutto.
Io pensavo, dopo quella esperienza, di non mettere al mondo dei figli; ma poi l'uomo si abitua, si anestetizza, fa casino e poi rimedia........ insomma, riesce a gestire -alla lunga- anche gli stati emozionali più profondi.
E così, oggi mentre rivivevo gli stati d'animo di quell'11 settembre maledetto, ancora con i brividi che mi correvano sulla pelle, mi sono reso conto di colpo e quasi per caso che stavo guardando la TV con mio figlio in braccio.
E lui guardava me, non la TV; e sorrideva.
E quel sorriso diceva: non ti preoccupare papà, ci sono qua io.

baci

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06 settembre 2007

Un PO STrano...

Libro da leggere...almeno per me.
L'estate è un periodo mistico... in diverse fasi delle mia vita l'ho considerata momento di "caccia", di relax, di godimento, di mangiate, di viaggi e a volte queste cose insieme.
Da un po' di anni a questa parte gli agosti li passo in un posto molto bello in Val di Non in Trentino, che a parte indubbi pregi culinari mi permette di rilassare (mai riposare eh, ho due bimbi...) corpo e soprattutto mente.
Capita spesso, causassenzadiinternet, che tra una grigliata ed una passeggiata si leggano romanzi senza cercare nulla di impegnativo.
E' con questo spirito che, quando il padrone di casa mi parlò di questo strano libro accettai il prestito per trascorrere gli ultimi giorni di agosto leggendo una bella storia.
"Il libro", mi disse, "me l'ha regalato un prete spretato di Rimini che da 50 anni viene a Coredo in villeggiatura ed è un assiduo frequentatore del Bar Sport" (a dispetto del nome insipido, è un punto di riferimento turistico e culinario non indifferente gestito dalla famiglia della moglie del padrone di casa, ndr).
"Come spretato?", chiedo.
"Mah" risponde, con quello splendido accento musicale come il veneto ma con un nonsochè di meno impertinente "dopo aver studiato un po' ha chiesto l'esonero dal sacerdozio per coerenza e si è messo a scrivere e insegnare... ora è pensionato!"
"Urka..." ho detto e pensato... ed ho iniziato a leggere.
Questo POSTrano non vuole essere un "dubitando ad veritatem pervenimus" danbrowniano o esoterico, ma solo un consiglio a quanti di voi vogliano leggere un bel libro di considerare il romanzo storico "Gesù, Giuda e Maddalena" di Dino Merli, edito dalla casa editrice Ponte Vecchio credo nel 2005.
Il libro è un romanzo e come tale va preso, ma è basato su fonti storiche e mi dicono che l'autore corrisponde anche via mail per dubbi e domande.
Finisco quest'abuso pubblicitario (non ho royalty... ma delle cose che mi piacciono parlo volentieri con chi conosco) con il postare la carriera dello strano prete perchè dagli studi mi sembra tutt'altro che un cantinaro bufalico e molto poco codicedavinciano:
Dino Merli (Saludecio 1927), ordinato sacerdote nel 1950, ha insegnato greco, latino ed italiano nel seminario di Rimini (1952-66). Dal 1956 e per un decennio partecipa all'attività scoutistica, fino a quando, nel 1966, inizia gli studi presso le Pontificie Università Romane; giunge alla licenza di teologia e al diploma "Altiori Latinitatis" e alla licenza di Scienze Bibliche al Pontificio Istituto Biblico (1969), dove nel 1973, ottiene la Laurea in Scienze Bibliche. Frattanto è assistente alla Pontificia Università Gregoriana ed insegna sacra scrittura al Seminario Regionale di Anagni. Dal 1992 è pensionato.

Buona lettura.
RoarinPenguin

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05 settembre 2007

Auguri

Italia?Come non avrete potuto non notare, sembra che in questi giorni l'italia si sia di colpo svegliata da un sonno lungo molti decenni.
Dormiva così bene, poverina; mi dispiace.
Fatto sta che si è svegliata, è uscita di casa a comprare il latte e l'ha trovato molto caro.
Poi ha preso l'auto, è andata a far benzina e ha trovato esagerato il prezzo del rifornimento.
Poi è arrivata a un semaforo e si è di colpo accorta dei lavavetri e degli zingari e dei rumeni e degli indultati e dei coglioni e dei farabutti e dei figli di puttana e dei truffatori e dei mafiosi e dei camorristi e degli ndrangheti e degli assassini e dei coronini e dei maurizicostanzi e del fatto che insomma siamo un bel paese di merda.
Un po' mi dispiace, debbo dire; fa sempre male vedere tanta ingenuità sciogliersi tutta di colpo.
Io lo ripeterò sino a sfinirmi: trovo insopportabile l'ipocrisia che ricopre con il suo soffice manto l'italia tutta quanta.
Sembra un po' quella nebbia che nella nostra Vecchia Romagna veste il panorama e rende bianco il cielo per intere settimane.
Ecco: l'ipocrisia in italia ci assomiglia molto; con la differenza che la nebbia -ogni tanto- si toglie dai coglioni.
L'Italia è un paese ottimo per venirci in ferie (se sei italiano e torni a casa tua, ovviamente: non certo se sei veramente un turista e credi di trovare dei servizi e dell'efficienza) perchè è un posto storicamente, artisticamente e naturalmente unico al mondo.
Ma viverci, cazzo; che brutta esperienza.

baci

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03 settembre 2007

Un tramonto in valle

Dopo svariati anni di assenza, ho fatto ritorno ai lidi della mia fanciullezza: Marina Mort.. ehm Romea, il posto ideale per i proletari (inteso anche nel senso letterale: ricchi di prole) come me. Spiaggia ampia, tanta sabbia, a 100 metri da riva hai ancora l'acqua alle ginocchia e soprattutto, dopo le nove di sera, silenzio quasi tombale: lo sballo e il casino di Marina di Ravenna sembrano lontani anni luce. E invece sono a soli 3 Km di distanza. I bambini hanno di che divertirsi senza pericoli, genitori e nonni di che riposarsi senza rumori molesti.

Quasi le otto di sera: lasciati i pargoli nelle sapienti mani di mamma e nonni, mi permetto il lusso di 4 passi dietro casa dei miei con la macchina fotografica a tracolla e mi ritrovo qui:
Lagoon Sunset / Tramonto in Valle
Lo ricordavo come un posto pieno di zanzare, vagamente maleodorante e decisamente privo di qualunque interesse. Mi sbagliavo: una quiete rara, scorci bellissimi e una natura entusiasmante: i fan del bird watching impazzirebbero. D'altronde, zanzare a parte (quelle ci sono), il mio ricordo distorto è ben comprensibile: quando bazzicavo da queste parti avevo meno di vent'anni e l'ormone impazzito: Marina Romea era la prigione da cui cercare di fuggire appena calata la sera.

Certo che la Piallassa (o Pialassa) della Baiona, per gli amici semplicemente "La Valle" è un luogo alquanto controverso. Da un lato, oltre ad offrire scorci come questo (e anche molto più belli), è una laguna costiera iscritta fra le zone umide di importanza internazionale e comunitaria (vi si trovano fra l'altro numerose specie di uccelli fra cui aironi e svassi), fa parte del Parco Delta del Po e ha altresì, nel suo piccolo, importanza storica (vi sorge il Capanno dove Garibaldi trovò rifugio fra il 6 e il 7 agosto 1849 mentre gli Austriaci lo braccavano). Dall'altro, sulla sponda Sud, vi sorge il temibile complesso petrolchimico di Ravenna, uno dei più importanti (ed inquinanti) d'Europa. Giusto per ricordare un episodio noto, un "incidentino" del settembre 2000 (duemila, non millenovecentosettanta) si stima abbia causato la fuoriuscita di 4 tonnellate (esatto, tonnellate) di cloruro di vinile monomero (o CVM). Vi invito a un giretto su Google per sincerarvi di quanto sia "amica dell'uomo" questa sostanza. Certo, occorre evitare il facile catastrofismo e poi bisogna ammettere che negli ultimi anni una parte consistente degli impianti è stata dismessa. Però mi chiedo: chissà cos'han tirato su negli ultimi 40 anni gli orgogliosi possessori dei capanni da pesca che si assiepano sulle altre sponde? Senza dubbio tutto pesce buono.... Vogliam parlare delle vongole veraci? Grazie alla delibera N. 45/97 della Regione Emilia Romagna, una parte della valle è classificata come zona di raccolta delle vongole da parte di pescatori professionisti. Brrrrr....
Tranquilli(?), per le vongole veraci è attivo il monitoraggio dell'AUSL.

Buona cena a base di pesce.

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02 settembre 2007

E i torinisti aspettan su una gamba...

L'uomo ch'è venuto da lontano"Il giorno tropicale era un sudario
davanti ai grattacieli era un sipario
campa decentemente e intanto spera
di essere prossimamente milionario
l'uomo che è venuto da lontano
ha la genialità di uno Schiaffino
e religiosamente tocca il pane
e conta le sue stelle uruguaiane"
Vado a memoria quindi causa Alzheimer precoce potrebbe esserci qualche imprecisione, ma più o meno così scriveva Paolo Conte quasi trent'anni fa.

Oggi ho visto Recoba giocare nel Torino e mi è sono tornati in mente questi versi.....

"...si arrende il vento ai suoi capelli spessi
di Dio ti dice che sta lì a due passi..."

Ci sta, ci sta; anche se momentaneamente El Cino i capelli se li è tagliati a zero, tanto per avere la faccia pulita al grande appuntamento.
Massimo-Faccia-Da-Cavallo pur di tenerlo in tribuna prima e in bacheca poi era anche disposto ad adottarlo e a includerlo nel suo testamento petrolifero; ma per fortuna lui si è ricordato di essere un calciatore e non un soprammobile e ha preso il largo.
Ci sono due categorie di tifosi che hanno sempre qualcosa da dirsi: gli interisti e i torinisti.
Entrambi sono sempre stati quelli un po' sfigati delle rispettive città, quelli un po' malconci nonostante -nel caso milanese- i denari scialacquati a destra e a manca.
Per questo auguro agli amici torinisti (Dado, se ci sei batti un colpo) che Recoba faccia "l'ultima carità di un'altra rumba".
Vi dirò di più: ci credo.

baci

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24 agosto 2007

Pitone da sarto

PitoneIeri sera mi hanno raccontato di un ragazzo che condivide la propria casa con un'iguana e un pitone, e mi son detto: questa la debbo bloggare.
Non starò qua a commentare che il ragazzo è un povero pazzo: troppo facile.
Tutta la figa che c'è a piede libero al giorno d'oggi; e lui vive con un pitone e un'iguana?
Vabbè.
L'iguana, comunque, sembra essere classificata come animale piuttosto dolce e - soprattutto - fortemente vegetariano.
Essendo invece il pitone di ben altre abitudini alimentari, riceveva dal ragazzo un po' di cose varie da mangiare: un po' di topi ogni tanto ed altre amenità del genere.
Un bel giorno, il serpente ha smesso di mangiare e ha cominciato un lungo digiuno apparentemente immotivato; finché, una bella mattina, quando il ragazzo si è svegliato nel suo letto ha trovato il pitone bello lungo e disteso al suo fianco.
Fortunatamente, il pitone non aveva la sigaretta accesa in bocca, il che lasciava immaginare che non ci fossero stati rapporti sessuali tra i due durante la notte.
Fatto sta che il ragazzo in questione, notando il comportamento perlomeno atipico del rettile, si è rivolto a un veterinario, spiegandogli come l'animale avesse smesso di mangiare e si fosse messo in testa di dormire come un essere umano.
Il veterinario, placidamente, gli ha fortemente consigliato di dare via il pitone e metterci una bella pietra sopra, spiegandogli che il pitone stava prendendo le misure.
Come prendendo le misure, ha chiesto lui.
Gli è stato risposto che il digiuno del pitone era né più né meno che preparatorio a un pasto degno di questo nome, e che il fatto che si fosse disteso nel letto a fianco a lui era un modo come un altro per misurarsi e capire se fosse già abbastanza lungo da potersi fisicamente permettere di mangiare il suo padrone.
Come dire: mi ti mangerebbe volentieri, ma prima fammi vedere se c'entri che poi mi viene l'acidità di stomaco.
Dite al vostro pitone di stare in campana; che sapete perfettamente cosa significa quella luce nei suoi occhi.
baci

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19 agosto 2007

Il mio viso si intontiva davanti al tuo parlare difficile

La Parabola del Buon CommessoL'altro giorno sono andato da Unieuro.
Avevo bisogno di una parabola perchè la vecchia si era rotta.
Sono entrato in questo superstore e ho fatto un giro pensando che me la sarei cavata in un tempo massimo di 10 minuti.
Mi sbagliavo.
Dopo aver fatto 3 volte il giro completo, mi sono rassegnato a chiedere a un addetto che stava facendo qualcosa dietro a un terminale in una postazione di lavoro.
Gli ho chiesto: "dove trovo una parabola?".
Quello mi ha risposto esattamente così: "nei pressi della massificazione vicino alla zona emozionale", indicandomi con il dito il punto opposto dello store.
Ho pensato: mi prende per il culo.
Ma sono andato comunque a vedere.
La "zona emozionale" non poteva essere quella dei frigoriferi, che aveva indicato con il dito, ho pensato.
Così ho rifatto un altro paio di volte il giro dell'intero store e poi ho, inevitabilmente, chiesto a un secondo addetto.
Gli ho chiesto: "dove trovo una parabola?"
Quello mi fa: "per il satellite?"
"No, per i miei coglioni", ho pensato tra me e me.
Mi serve una parabola da incastrare in mezzo alle palle così la smettono di consumarsi l'una contro l'altra quando mi girano.
Oppure avrei potuto rispondergli che mi serviva per il buon samaritano.
"Sì", mi sforzo di rispondere.
Questo mi dice di seguirlo, prende e si fa il giro di tutto il negozio un alto paio di volte, e io dietro.
Poi mi fa: "sono finite, le ho cercate anche un paio di giorni fa e non c'erano".
Gli ho detto: "ascolti un cretino, provi a cercarle nella zona emozionale - nella prima massificazione che trova".
Poi me ne sono andato.
Oggi proverò in un altro negozio, specificando che quello che cerco serve per captare il segnale satellitare, traducendolo in immagini decodificate che scorrano su quella scatola che ci ostiniamo, vetustamente, a chiamare TV.

baci

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16 agosto 2007

Lettera al direttore dei monopoli di stato*

Monopoli di StatoGentile dottor Giorgio Tino,
ci piacerebbe porgerle queste domande a voce, ma parlarLe sembra essere impossibile. Da mesi La cerchiamo inutilmente, cominciamo quasi a dubitare che Lei esista davvero. E dire che Lei avrebbe interesse a rispondere (oltre che il dovere). Secondo il rapporto di una commissione di inchiesta parlamentare e secondo gli uomini della Guardia di Finanza infatti, tra imposte non pagate e multe non riscosse le società concessionarie delle slot machine devono allo Stato 98 miliardi di euro (sì, proprio miliardi, quelli con nove zero, per capirci). Sarebbe una delle più grandi evasioni della storia d'Italia.
Secondo la commissione e gli investigatori, questo tesoro - che equivale a tre manovre finanziarie costate lacrime e sangue ai contribuenti - sarebbe stato in sostanza regalato alle società che gestiscono il gioco d'azzardo legalizzato. Di più: nei consigli di amministrazione di alcune di queste società siedono uomini appartenenti a famiglie legate alla Mafia. Insomma, lo Stato italiano invece di combattere Cosa Nostra le avrebbe regalato decine di miliardi di euro.
Con quel denaro si potrebbero costruire metropolitane in tutte le principali città d'Italia. Si potrebbero comprare 1.000 Canadair per spegnere gli incendi. Potremmo ammodernare cinquecento ospedali oppure organizzare quattro olimpiadi.
Si potrebbero realizzare impianti fotovoltaici capaci di fornire energia elettrica a milioni di persone oppure si potrebbe costruire la migliore rete ferroviaria del mondo.
Da mesi noi abbiamo riportato sul nostro giornale, Il Secolo XIX, i risultati dell'indagine. Decine di pagine di cronaca che non sono mai state smentite. Secondo la commissione d'inchiesta, i Monopoli di Stato hanno gravi responsabilità nella vicenda. Non solo: la Corte dei Conti ha chiesto alle società concessionarie di pagare decine di miliardi di euro per il risarcimento del danno ingiusto patito dallo Stato. E nei Suoi confronti, signor Tino, i magistrati hanno aperto un
procedimento per chiedere il pagamento di 1,2 miliardi di euro di danni.
Ma Lei che cosa fa? Tace e rimane al suo posto, come tutti i responsabili dei Monopoli, dalla dottoressa Barbarito alla dottoressa Alemanno (sorella dell'ex ministro di Alleanza Nazionale).
E, cosa ancora più incredibile, tace il vice-ministro dell'Economia, Vincenzo Visco (che da mesi ha ricevuto il rapporto della commissione di inchiesta), da cui Lei dipende.
Ma noi proviamo a porLe ancora una volta alcune domande:
- Come mai nell'agosto scorso il Governo Prodi ha deciso di confermare la Sua nomina al vertice dei Monopoli di Stato nonostante che, appena un mese prima, Lei fosse stato indagato dai magistrati di Potenza nell'inchiesta sul gioco d'azzardo?
- E' vero, come risulterebbe dalle intercettazioni telefoniche, che alcuni membri della Sua famiglia avrebbero ricevuto viaggi in regalo da importanti compagnie produttrici di tabacco?
- Perché, nonostante Lei fosse al vertice dei Monopoli di Stato, sedeva anche nel consiglio di amministrazione di una delle più importanti multinazionali di distribuzione dei tabacchi?
- Ma soprattutto: può spiegarci per filo e per segno che fine hanno fatto quei 98 miliardi di euro che secondo la Finanza sono stati sottratti alle casse dello Stato? E può dirci perché i Monopoli, come sostengono gli investigatori, non hanno chiesto il pagamento di nemmeno un euro di multa?
Finora Lei non ci ha mai voluto rispondere. Forse conta sul sostegno del mondo politico. Del resto la Sua poltrona è una delle più ambite d'Italia. Pochi lo sanno, ma i Monopoli gestiscono il commercio del tabacco e del gioco d'azzardo legalizzato. Insomma, un tesoro, su cui i partiti si sono lanciati da anni: AN ha suoi rappresentanti proprio nei consigli di amministrazione delle società concessionarie delle slot machine, mentre le federazioni dei DS sono proprietarie di molte
sale Bingo.
Così Lei può permettersi di tacere. Ma chissà che cosa farebbe se a ripeterLe queste domande fossero decine di migliaia di visitatori di questo blog (l'indirizzo dell'ufficio stampa è ufficiostampa@aams.it)?
Marco Menduni
Ferruccio Sansa
Giornalisti del Secolo XIX

*lettera pubblicata sul blog www.beppegrillo.it

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10 agosto 2007

La Grecia

RapputIo era anni che sentivo parlà dele vacanze in Grecia, che tutti ce annavano e ce se trovavano bene, e quest'anno ciò voluto provà pur io...
E me ne so 'nato in Grecia, la Grecia dele 100 isole, che per raggiungerle 20 hh de traghetto e antre 10 de macchina ancora non bastano...
La Grecia de l'arfabeto greco, che quanno riesci a decifrà 'n cartello stradale, sei già a due incroci dopo e stai sempre a fa inversione...
La Grecia dele ragazze cor profilo greco, che poi è solo 'n modo gentile pe' ddì che so nasone...
La Grecia de la carta de credito, che in Grecia nun è ancora arivata e te tocca magnà cor fiato sospeso fino a quanno non te portano er conto (che poi, spenni sempre 23 euri)...
La Grecia der cielo azzurro-mare blu, ma che in lujo-agosto è 'n unico lenzòlo bianco de foschia, come a Freggene o a Marina de Ravenna...
La Grecia delle casette bianche-porte/finestre azzurre ad uso e consumo de li turisti, che la Grecia saa so sempre immagginata così (e ce vo così poco a accontentalli)...
La Grecia della greek salad-moussaka-pomodori ripiegni, der suvlaki e daa carne de pecora, der vino co' dentro la resina, der vino co' dentro l'acqua, de li dorci cor miele, der caffè che pare sabbia, der caffè che pare acqua...
La Grecia de li tedeschi che ce tornano da 30 anni, ma 30 anni fa sì che era caratteristica, co' li muli pe' strada e gnente acqua nele case, ma mo' a sti greci der cazzo hanno voluto pure loro er progresso, come se se lo meritassero, manco fossero anche loro de pura razza ariana...
La Grecia baietta-caletta-spiaggetta, tutte uguali, che già ar quinto ggiorno non le distingui più, cor panfilo de la famijola svizzera ancorato davanti e er camper de la famijola milanese parcheggiato dietro, co' 15' de mulattiera pe' raggiungerle...
La Grecia der bagnetto corto e der bagnetto lungo, der bagno co' ji occhialetti e der bagno caa maschera, der bagno co' le pinne, senza pinne ma co' la scarpette de frocio, der bagno senza gnente che guarda caso è proprio la vorta che metti er piede su un riccio...
La Grecia der mettite la crema solare che sinò te scotti, mettite er doposole che te sei scottato...
La Grecia che in spiaggia te coci, ma non ce sta 'n cazzo da fare e leggi 'n libro dopo l'antro, e fai 'n bagno dopo l'antro, e ar quarto libro e ar decimo bagno ancora non s'è fatta l'ora de annarsene a casa...
La Grecia che dale 12 alle 17 non poi sta in spiaggia, che ce fa 'n cardo fottuto, che dale 12 alle 17 non poi sta in giro, che ce fa 'n cardo fottuto, che la notte non ce dormi perché fa 'n cardo fottuto, la GRECIA CHE CE FA SEMPRE 'N CARDO FOTTUTO!!!
A Grecia, a fija...

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30 luglio 2007

Datemi un po' di Mele, sono in ipo (crisia)

IpocrisiaAvrete certamente sentito la storia del parlamentare dell'udc, Cosimo Mele, beccato a un festino a base di sesso e coca con due puttanoni trentenni di alto lignaggio (quelle da mille euro a botta).
Non so a voi, ma se c'è una cosa che a me fa incazzare è l'ipocrisia.
Viviamo in una società che definire ipocrita è del tutto riduttivo, e io non sono mai riuscito a sopportarlo.
Cazzo cazzaccio: che ci sia uno che si mostra per come è.
Siamo arrivati all'assurdo che quando conosciamo una persona e questa persona ha un qualsiasi tipo di atteggiamento, come prima reazione ci chiediamo cosa ci sia dietro a quell'atteggiamento.
Non è che uno può essere come appare; no.
Perché?
Perché sono tutti quanti terribilmente ipocriti.
Questo in generale.
Quando poi si entra nel campo della politica, puttana di quella eva, la cosa degenera alla sua massima potenza.
Questo signore fa quello che la stragrande maggioranza degli uomini adulti con una discreta liquidità -purtroppo- fa: tromba con delle zoccole.
Ditemi voi se questa può essere considerata la novità.
Tutti i commenti del mondo politico di fronte a questa vicenda mi fanno letteralmente vomitare, a destra e a sinistra, come al solito.
Il peggiore in assoluto?
Diliberto.
Pensate che ha avuto il coraggio di dichiarare, quasi senza nemmeno rendersi conto di cosa esattamente stesse dicendo: "E' il trionfo della doppia morale, dell'ipocrisia e dei bacchettoni. Non se ne può più."
E fin qui mi era venuto il dubbio che stesse commentando il suo stesso commento; uno e trino, quasi pensasse se stesso pensante in un delirio orgasmatico di onnipotenza spiritosantica.
Poi ha aggiunto: "Ora voglio proprio vedere come voterà uno beccato a un festino hard, il giorno che voteremo in Parlamento sulla sacralità della famiglia".
E così, senza nemmeno capirlo, ha dato voce all'ipocrisia maxima: il problema non è che lo ha fatto (lo facciamo tutti, ha pensato inconsciamente); il fatto è che è così cretino che si è fatto beccare (il pirla).
Avete capito con chi abbiamo a che fare?
Dessero ai giovani italiani un lavoro e il modo di FARSELA, una famiglia, invece che blaterare sulla sua sacralità (figli di puttana).

baci

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29 luglio 2007

Ritorno al futuro

Sedia ElettricaOggi abbiamo comprato a nostro figlio, che ha 3 mesi esatti, una specie di sedia elettrica; non nel senso che lo frigge, nel senso che va avanti e indietro da sola più o meno come un'altalena.
Ma non è tutto.
L'infernale aggeggio che vedete è anche in grado di emettere suoni e luci intanto che strani animali penzolano nel vuoto davanti a lui.
Devo dire che i suoni sono melodie molto gradevoli, come "sogno d'amore" di Liszt, tanto per capirci.
Ma l'aggeggio rimane indefinibile.
Glielo abbiamo messo sopra, e lui è letteralmente impazzito.
L'abbiamo trovato a fare strani discorsi nella sua lingua neonatale con una specie di ragno alla sua destra, per poi passare a parlare con convinzione a una piccola piovra sulla sua sinistra.
A un certo punto credevamo proprio di averlo perso, sembrava avesse varcato le soglie di un mondo fantastico vietato a noi comuni mortali.
Per fortuna dopo un po' gli è venuto sonno e si è addormentato come tutte le altre volte, quindi ho una discreta speranza che si svegli come tutti gli altri giorni, più o meno conscio di essere sulla terra.
Comunque:uno spettacolo.

baci

19 luglio 2007

V-day

VAFFANCULO DAYVi segnalo una iniziativa di Grillo che al di là di fedi politiche e religioni secondo me merita di essere seguita, perchè in italia siamo un tale branco di pecoroni che ci facciamo prendere per il culo senza dire mai un cazzo di niente e secondo me quando qualcuno -di cui si possono anche non condividere le posizioni e tutte le idee- si sbatte per far succedere qualcosa, va aiutato.

Allora, l'8 settembre ci sarà questo V-day.
La V ovviamente sta per Vaffanculo.
Tutto parte da una considerazione di base: nel parlamento italiano un deputato su 10 è un pregiudicato, nel senso che è stato condannato dal tribunale in via definitiva o in primo e secondo grado e in attesa di giudizio finale.
Nel quartiere più malfamato di Europa, il rione Scampia di Napoli. la percentuale è di 1 a 15.
Come dire che nel rione Scampia hanno paura del Parlamento Italiano.
Il vaffanculo day si espliciterà tramite manifestazioni che si terranno davanti a tutti i comuni di Italia e, a Roma, a Montecitorio.
3 sono i punti focali e secondo me sacrosanti che si vogliono in qualche maniera ottenere a partire da questo movimento:

1 basta con i parlamentari pregiudicati: nessun cittadino italiano condannato in via definitiva o in primo e secondo grado in attesa di giudizio finale può candidarsi in Parlamento;

2 basta con i parlamentari di professione; quando le parole ancora non venivano utilizzate a caso, si usava la forma "prestato alla politica", che significava che uno faceva il suo lavoro ed era talmente bravo che a un certo punto si metteva al servizio del paese per qualche anno, dopodichè tornava a fare il suo lavoro come prima.
Quindi, nessun cittadino italiano può essere eletto in Parlamento per più di due legislature, con validità retroattiva: a casa chi sta in Parlamento a far danni da venti o da trent'anni;

3 basta con i parlamentari scelti dai segretari di partito: i candidati al Parlamento devono venire votati dai cittadini con preferenza diretta.
Dobbiamo avere la possibilità di eleggere un cazzo di parlamentare con nome e cognome perchè vogliamo quello e non un altro.

Non so se servirà mai a qualcosa, ma se non ci proviamo di certo non succederà mai nulla.
Per ora, la Corte dei Conti -direttamente interpellata da Grillo- gli ha dato ragione, esprimendo parere favorevole sul fatto che i condannati in via definitiva debbano essere destituiti dalla carica che rivestono.
Il che è già un piccolo segno che qualcosa, a dispetto di quanto tutti noi crediamo (io per primo) forse in questo paese di merda può ancora cambiare.

baci

04 luglio 2007

Professionalità

Parcheggi e fantasiaNon ci sentiamo da un po'.
Nel frattempo mi hanno rotto il finestrino dell'auto per cercare chissà cosa nel bagagliaio, così ho dovuto portare l'auto in officina e noleggiarne una sostitutiva, poi quando l'hanno riparata sono andato a riprenderla e dovevo restituire l'auto a noleggio, così ho scomodato un amico e quando siamo andati era già chiuso e allora sono dovuto tornare da solo il giorno dopo; e comunque la mattina dopo io ho preso il metrò e loro mi hanno portato via la macchina così poi quando sono sceso dal metrò a 40 gradi all'ombra mi sono dovuto fare un 3-4 km a piedi per andarmi a riprendere l'auto al deposito ACI (180 euro, grazie), e così via.
Ve lo dicevo un po' di tempo fa, che per quanto riguarda i dettagli non è un periodo particolarmente fortunato.
Ve lo confermo.
Ma io ce l'ho durissimo e tiro dritto.
Stasera poi ho avuto una lezione di vita clamorosa.
Ho parcheggiato davanti al Celio, l'Ospedale Militare e del Presidente della Repubblica e famiglia (la povera Clio Napolitano ne sa qualcosa) e ne ho vista una bella.
Dovete sapere che davanti al Celio c'è un piazzale dove si può parcheggiare l'auto, con le classiche strisce blu.
Parcheggiando l'auto, ho visto la colonnina del parcheggio; quella che tu ci infili i soldi e lei in cambio ti stampa un foglietto.
Quando ho parcheggiato, però, mi è venuto incontro un signore gentile con un grande borsello a tracolla dal quale spuntava uno di quei giubbottini fosforescenti gialli che un po' di tempo fa ci hanno obbligato ad acquistare ed indossare in caso di guasto alla macchina, anche di giorno.
Il signore aveva in mano una penna e un blocchetto di foglietti stampati con scritto "parcheggio posteggio auto", e avvicinandomi con fare gentile mi fa: "Buonasera, per tutta la sera sono 2 euro. Posizioni per favore il foglietto sul cruscotto".
L'approccio è stato talmente gentile e discreto che anche quando ha aggiunto "se ha meno va bene lo stesso" non me la sono sentita di dirgli di no.
Ma a quel punto ho guardato bene il foglietto, e ho letto "A TERGO: condizioni del servizio".
Lì ho visto che lo scontrino era il solo documento valido per il ritiro dell'autoveicolo, e ho capito.
E ho pensato: pensa te con quanta professionalità questo fa il parcheggiatore abusivo.
Ho a che fare tutti i giorni con professionisti molto meno professionali di questo adorabile vecchietto.
Devo dire però che mi sono molto tranquillizzato quando, mentre cercavo un po' di spiccioli nel bracciolo dell'auto, ho sentito il dialogo tra lui e l'autista successivo, che era un po' più sveglio di me e l'ha beccato subito.
Il tipo gli ha detto: "io te li darei anche, ma se poi vengono quelli della polizia mi fanno la multa se non metto il biglietto regolare".
Lui gli ha risposto: "ma certo che non passano a fare la multa, sono qua tutte le sere: se passassero non mi proporrei mica".
Un grande.

baci

12 giugno 2007

Il Ninja rincoglionito

El Ninja RencojonidoNon vi sarà certo sfuggito l'ultimo passatempo del Gato: rapinare ignari agricoltori travestito da Ninja, minacciandoli con arco, frecce e pugnali.
In un primo tempo il responsabile era addirittura stato erroneamente identificato dalle forze dell'ordine in tale Igor Vaclavic.
Ho dovuto chiamare io e spiegare loro che no, non poteva trattarsi altro che del Gato.
Come ho fatto a capirlo?
Molto semplice: mi è bastato leggere attentamente il resoconto dell'ultima rapina fallita.
Ascoltate bene: El Gato Ninja si è avvicinato, a sera inoltrata, a un casolare abitato da due vecchi contadini 70enni.
Ha sfondato il vetro della porta finestra e ha fatto irruzione con il suo arco teso puntato contro il primo dei due poveri nonni un po' rincoglioniti, il quale ha cacciato un urlo di paura tale che è riuscito a svegliare il secondo nonnetto, un po' più rincoglionito ancora, che come tutti i vecchi agricoltori ultrasettantenni dormiva al piano di sopra con il fucile sotto al cuscino (alla faccia del torcicollo).
Morale: il secondo nonno si è svegliato di soprassalto, ha imbracciato il fucile e si è precipitato giù dalle scale.
Ma, vi ricordo, stiamo parlando di un settantenne un po' rincoglionito: quindi, è clamorosamente inciampato nel penultimo gradino ed è rovinato a terra, facendo partire un colpo accidentale dal trombone che imbracciava.
Tra l'altro: facile, Ballanti, fare dell'ironia sul rincoglionimento dell'ultrasettantenne; ma hai mai provato tu a scendere di corsa le scale di un casolare, con tutti gli spigoli smussati dal tempo, imbracciando un fucile grosso così?
Vediamo poi, se tu non inciampi.
Comunque, è partito questo colpo e il Gato Ninja si è a sua volta preso un colpo, ha girato il culo ed è fuggito.
Senonchè, e qui si rivela l'identità del Gato, 'sto rincoglionito è inciampiato esso stesso, cadendo sulla medesima porta a vetri che aveva precedentemente offeso, tagliandosi penosamente la mano.
A quel punto, si è trascinato fuori sino alla sua fedele bicicletta e si è dileguato nel bosco.
Io avrei voluto vedere l'intera scena, voi?

baci

08 giugno 2007

Effetto Domino

Effetto dominoIn queste ultime settimane, a parte il pochissimo tempo libero che ha contraddistinto le mie giornate, avrei voluto buttar giù un po' di pensieri sul blog.
Ma ho sempre desistito, perchè non sono sufficientemente lucido per scrivere cose sensate.
Oggi però ho raggiunto la consapevolezza che se attendo di essere lucido, mi tocca chiudere il blog; quindi meglio provarci lo stesso.
Vi dico allora che sto vivendo uno di quei periodi in cui ti senti Fantozzi ma non riesci a spiegarti come mai non ci sia la nuvoletta che ti segue.
Non so se a voi capita mai (spero di sì, sennò mi suicido) ma io ogni tot anni ho un periodo (svariati mesi, non due giorni in croce) in cui non me se ne infila una neanche a spingerla.
Mi spiego: manifestazione massima dell'espressione murphyca della sfiga, qualsiasi cosa possa eventualmente andare per qualche circostanza male, lo fa.
Puttana di quella Eva (con la E maiuscola e giù il cappello, in fondo le dobbiamo tutto), mi càpitano delle cose che sembra che ci sia qualche entità superiore che, scartavetrandomi con perizia le palle con la carta doppio 0, ad ogni minuto, con lavoro incessante e di cesello, mi vuol far capire qualcosa.
E io, regolarmente, non ci capisco un cazzo.
E non riesco, come forse dovrei, a trovare il bandolo della matassa.
Funziona così: a un certo punto, totalmente inaspettato, un qualche processo grippa e crea una discontinuità con il processo precedente.
E inizia l'effetto domino.
Da quel momento, ogni altra cosa che vivo, per qualche misteriosa ragione, si incasina trascinando con sè quella successiva e così via.
Con il risultato che a un certo punto ti giri indietro, rianalizzi la situazione, spari due madonne e dici che sei sfigato e -povero illuso- credi che sia finita.
Beata ingenuità.
La fine - e qui sta la vera diabolicità della cosa - la riconosci solo molto dopo, quando in realtà appartieni a un altra fase già da molto tempo ma sei talmente stordito dal periodo precedente che non te ne sei lucidamente reso conto in tempo reale.
Fortuna che ci sono quell'angelo di Francesca e il piccolo Pietro (oltre a Tea, ovviamente) che danno un senso, sempre.

baci

31 maggio 2007

Paul Dancin o The Dancing Paul?


Forse il luogo più adatto per questo post è il CuriosBlog, ma vedo il Dancin abbastanza scarico ultimamente quindi ecco un contributo dal Pinguino Ruggente ;)
Fatevi un giro su www.dancingpaul.com e divertitevi a far... Ballare il Paolo... certo, non è il Dancin ma è molto carino e, come una moltitudine enorme dei siti del genere, perfettamente inutile :D

Buon divertimento.

RoarinPenguin

20 maggio 2007

La trota-pollo

Dato il mio recente status di padre, mi capita di ricevere da amici qualche contributo in tema.
Questo che vi allego è un articolo di Baricco (grazie Max) che mi è arrivato e che svela un aspetto che non conoscevo di questo scrittore: l'umorismo.

Si intitola: Cose che accadono quando si cambia un pannolino.

1. Il pannolino può essere cambiato per tre ragioni:

a) perché lo dice la mamma;
b) perché lo dice la suocera;
c) perché il bimbo ha cagato.

Naturalmente il gesto perde, nei primi due casi, gran parte della sua drammaticità. Il vero, autentico, cambio di pannolino prevede la presenza della merda. Di solito accade così. La mamma prende in braccio il bambino, lo annusa un po' e dice, con voce gaia e piuttosto cretina: "E qui cosa abbiamo fatto, eh?, sento un certo odorino... cosa ha fatto l'angioletto?". Poi la mamma va di là e vomita. A questo punto si riconosce il padre di sinistra dal padre di destra. Il padre di destra dice: "Che schifo" e chiama la tata. Il padre di sinistra prende il bambino e lo va a cambiare.

2. Il pannolino si cambia, rigorosamente, sul fasciatoio. Il fasciatoio è un mobile che quando lo vedi a casa tua capisci che un sacco di cose sono finite per sempre, tra le quali la giovinezza. Comunque è studiato bene: ha dei cassettini vari e un piano su cui appoggiare il bambino. Far star fermo un bambino su quel piano è come far stare una trota in bilico sul bordo del lavandino. È fondamentale non distrarsi mai. Il neonato medio non è in grado quasi di girarsi sul fianco: ma è perfettamente in grado, appena ti volti, di buttarsi giù dal fasciatoio facendoti il gesto dell'ombrello: pare che si allenino nella placenta, in quei nove mesi che passano sott'acqua. Dunque: tenere ben ferma la trota e sperare in bene.

3. Una volta spogliato il bambino, appare il pannolino contenente quello che Gadda chiamava "l'estruso". È il momento della verità. Si staccano due pezzi di scotch ai lati e il pannolino si apre. La zaffata è impressionante. È singolare cosa riesca a produrre un intestino tutto sommato vergine: cose del genere te le aspetteresti dall'intestino di Bukowski, non di tuo figlio. Ma tant'è: non c'è niente da fare. O meglio: si inventano tecniche di sopravvivenza. Io, ad esempio, mi son convinto che tutto sommato la merda dei bambini profuma di yogurt. Fateci caso: se non guardate, potrebbe anche sembrare che vostro figlio si è seduto su una confezione famiglia di Yomo doppia panna. Se guardate è più difficile. Ma senza guardare… Io con questo sistema sono riuscito a ottenere ottimi risultati: adesso quando apro uno yogurt sento odor di merda.

4. Impugnare con la mano sinistra le caviglie del bambino e tirarlo su come una gallina. Con la destra aprire la confezione di salviettine profumate e prenderne una. Neanche il mago Silvan ci riuscirebbe: le salviettine vengono via solo a gruppi di ottanta. Scuotete allora il blocchetto fino a rimanere con tra le dita un numero di salviettine inferiore a cinque. A quel punto, di solito, la gallina-trota, stufa di stare appeso come un idiota, dà uno strattone: se non vi cade, riuscirà comunque a spargere un bel po' di cacca in giro. Tamponate ovunque con le salviettine profumate. Ritirate su il pollo e con gesto rapinoso pulite il sedere del bambino. Posate le salviettine usate nel pannolino, e chiudetelo. A quel punto la vostra situazione è: nella mano sinistra, un pollo-trota coi lineamenti di vostro figlio. Nella mano destra, una bomba chimica.

5. NON andate a buttare la bomba chimica! La trota scivolerebbe per terra. Quindi posatela nei paraggi (la bomba, non la trota) registrando il curioso profumo di yogurt che si spande nell'aria. Senza mollare la presa con la mano sinistra usate la destra per detergere a fondo e poi passate all'olio. Ve ne versate alcune gocce sulla mano. Esse scivoleranno immediatamente giù verso il polso, valicheranno il confine dei polsini e da lì spariranno nell'underground dei vostri vestiti: la sera ne troverete tracce nei calzini. Completamente lubrificati, passate alla Pasta di Fissan, un singolare prodotto nato da un amplesso tra la maionese Calvè e del gesso liquido. Ne riempite il sedere del pollo, e naturalmente ve ne distribuite variamente in giro per giacche, pantaloni ecc. A quel punto avete praticamente finito. A quel punto il bambino fa pipì.

6. Il bambino non fa pipì a caso. La fa sul vostro maglione. Voi fate un istintivo salto indietro. Errore. La trota, finalmente libera, si butta giù dal fasciatoio. Ritirate su la trota e non raccontate mai alla mamma l'accaduto.

7. Prendere un pannolino nuovo. Capire qual è il lato davanti (di solito c'è una greca colorata che aiuta, facendovi sentire imbecilli). Inserire il pannolino tra le gambe del bimbo e chiudere. Il sistema è stato studiato bene: due specie di pezzi di scotch, basta una piccola pressione e il pannolino si chiude. Sì, ma quanto si chiude? Così è troppo stretto, così è troppo largo, così è troppo stretto, così è troppo largo. Si può arrivare anche a una ventina di tentativi. È in quel momento che il bambino inizia a intuire di avere un padre scemo: giustamente manifesta una certa delusione, cioè inizia a gridare come un martire. Da qui in poi si fa tutto in apnea e in un bagno di sudore.

8. Nonostante i decibel espressi dal bambino, mantenere la calma e provare a rivestire il bambino. È questo il momento dei poussoir. Quando Dio cacciò gli uomini dal paradiso terrestre disse: partorirete con dolore e dovrete chiudere le tutine dei vostri figli coi poussoir. Per chiudere un poussoir bisogna avere: grandissimo sangue freddo, mira eccezionale, culo della madonna. Il numero di poussoir presenti in una tutina è sorprendente e, perfidamente, dispari.

9. Se, nonostante tutto, riuscite a rivestire il bambino, avete praticamente finito. Vi ricordate che avete dimenticato il borotalco: il culetto si arrosserà. Pensate ai bambini in Africa, e concludete: si arrosserà, e che sarà mai. Quindi prendete il bambino e lo riconsegnate alla mamma. Lei chiederà: "L'hai messo il borotalco?". Voi direte: "Sì". Con convinzione.

10. Ripercussioni fisiche e psichiche. Fisicamente, cambiare un pannolino brucia le stesse calorie di una partita di tennis. Psichicamente il padre post-pannolino tende a sentirsi spaventosamente buono e in pace con se stesso. Per almeno tre ore è convinto di avere suppergiù la nobiltà d'animo di Madre Teresa di Calcutta. Quando l'effetto sparisce, subentra un irresistibile desiderio di essere single, giovane, cretino e un po' di destra. Alcuni si spingono fino a consultare il settore "Decapottabili" in Gente Motori. Altri telefonano a una vecchia ex fidanzata e quando lei risponde tirano giù. Pochi dicono che devono andare a comperare le sigarette, escono e poi, tragicamente, ritornano. In casa li avvolge la sicurezza del focolare, il tepore di sentimenti sicuri, e un singolare, acutissimo profumo di yogurt.

baci

12 maggio 2007

Storie Medioevali Evolute

La SentenzaSul Corriere di ieri, non a 8 colonne in prima pagina come accadrebbe in un paese serio, ma in un trafiletto laterale a pagina 22 (!!!), c'è un articolo di Luigi Ferrarella che riporta la sentenza del processo SME.
Da una parte le motivazioni della sentenza mi tranquillizzano, perchè ora ho la conferma (se ce ne fosse bisogno) che qualsiasi nefandezza mi venga in mente di fare non mi succederà mai nulla; dall'altra, mi fa venire una voglia infinita di scappare dalla montagna di merda che la nostra politica ha fatto diventare l'italia e gli italiani.
Si legge nella sentenza: "è ragionevole la deduzione che il versamento [da Previti a Squillante, 6 /3/91, 434.000$, ndr] proveniente da un conto estero alimentato da fondi extracontabili [NERI, nrd] di pertinenenza della Fininvest, avesse funzione corruttiva".
Si continua: "macroscopica l'inverosimiglianza che Berlusconi fosse del tutto all'oscuro dei pagamenti esteri compiuti dai suoi dipendenti, e soprattutto che avessero mano libera per le movimentazioni bancarie sicuramente illecite (se non altro perchè effettuate in nero su conti esteri)".
Perciò, se ne "dovrebbe ricavare l'ulteriore corollario che Squillante era un giudice a libro paga di Berlusconi".
Uno a questo punto dice: mi sono perso qualcosa?
Non l'avevano assolto dal reato di corruzione?
INFATTI.

La seconda Corte D'Appello fa una distinzione, sottile ma importantissima: pagare un giudice non equivale di per sé a corromperlo.
La differenza tra giustizia e legge.

Capite?
E' come dire: io ti dò un calcio in culo più forte che posso e ti rompo l'osso sacro.
Però, con questo non significa che io volessi punirti o farti male: potrebbe anche essere, che so, un antico rituale maya con il quale io voglio manifestarti tutto il mio affetto (che cazzo ti credi? di sapere tutto?).
Quindi, potrai dirmi che ti ho dato un calcio in culo con tutta la forza di cui ero capace; sicuro.
Quello che non puoi fare è incazzarti e denunciarmi, pensando che con quel gesto io volessi nuocerti.
Perchè, se lo fai, perdi e per di più ti paghi pure le spese processuali (così impari).
Semplice, lineare ed efficace.

"Per affermare che Berlusconi abbia corrotto Squillante, non basta provare che questi abbia ricevuto denaro, ma occorre anche accertare che l'interferenza addebitata al magistrato sia stata collegata con l'attività funzionale da lui esplicata".
C'è un PICCOLISSIMO cavillino che arriva in soccorso dell'accusato: se pure Squillante fosse stato pagato "per condizionare l'operato di altri magistrati estranei all'ufficio di appartenenza, non sarebbe configurabile" il reato di corruzione, "ma la diversa ipotesi di TRAFFICO DI INFLUENZA (!!!!!!!!!!!!!!!!!, ndr)" che guarda caso in Italia (paese del 4°mondo perchè nel 3° sono più civili) "non può considerarsi penalmente perseguibile" perchè "non è stata tradotta in norma di legge".

Mi sto informando per prendere la residenza svizzera.

baci.

09 maggio 2007

L'evoluzione

EvoluzioneOggi mi sono ritrovato al telefono con un vecchio amico che mi voleva fare i complimenti per la nascita dell'erede, e ho scoperto che anche lui attende un figlio (una bimba, per la precisione).
Il che, unito al sospetto che abbiamo di avere un terzo amico comune in attesa probabilmente celata per scaramanzie varie, mi ha portato a realizzare che porcattroia siamo diventati adulti per davvero.
Qualcuno dovrebbe armarsi di pazienza e provare a spiegarlo all'animale che mi porto dentro, che è ancora fermamente convinto di avere 12 anni.
E se da un lato è vero che le persone più interessanti che ho conosciuto nella mia vita si sono fermate a quello stesso stadio, cioè sono cresciute fuori ma dentro molto meno - con tutti i vantaggi che ne conseguono - mi sono anche chiesto se questa "patologia" sia diffusa tanto poco quanto credo.
In fondo, non ne ho conosciute mica tante di persone (normali o cosiddette tali) che sono rimaste bambine per davvero; direi che le conto sulle dita di una mano.
Sono i migliori in assoluto, almeno secondo me, ma sono pochi.
E invece io sono rimasto bambino e ora che tengo in braccio mio figlio mi sembra tutto molto strano, anzi peggio: mi sembra tutto estremamente naturale, pur nell'assurdità di sentirmi ancora bambino anch'io.
Ti viene da chiederti se ci siano delle possibilità reali di essere, nonostante ciò, un buon padre.
O magari scoprirò che proprio grazie a ciò è semplice esserlo, chissà.
Comunque: siamo entrati nell'era del ringraziamento verso la vita, adesso se passassi a miglior vita potrei dire di andare in pace perchè delle 3 cose che si dice si dovrebbero fare nella vita (piantare un albero, fare un figlio e scrivere un libro) mi manca solo la terza, anche se forse facendo due conti il mio libro potrebbe essere tratto da questo blog.
Scrivere un libro - a proposito - non è mica cosa da tutti.
Prima di tutto, bisogna essere convinti di avere qualcosa da dire; il che già di per sé non è semplice.
Poi, bisogna essere convinti di riuscire a dirlo bene; con il che si entra nella sfera del complicato.
Infine, bisogna essere convinti che la cosa interessi a qualcuno; e questo fa sfiorare all'intento la sfera dell'impossibile.
Io su questo blog, ad esempio, scrivo per me stesso; mica per voi, ché se fosse per quello avrei già chiuso i battenti da tempo, branco di cazzoni rincoglioniti che non siete altro (cfr. "quando torni a casa la sera, picchia tua moglie: tu non sai perché, ma lei sì").
Se mi mettessi nell'ottica di
1. aver qualcosa da dire;
2. provare a dirlo bene;
3. pensare che vi interessa

...... starei come i maroni quando d'estate li si mette a bagnomaria sul bagnoasciuga: fresco.

baci

30 aprile 2007

La fine del mondo

L'IncredibileOggi pomeriggio, o forse era stamattina -chissà- parlavo con mia suocera.
Eravamo da ore in una sala d'attesa; sono situazioni in cui, dopo aver scrutato ogni pixel del muro della stanza e aver riletto lo stesso giornale 164527 volte, ci si riduce a parlare persino con una suocera.
Lei mi faceva notare come certe emozioni siano difficili da fissare e comunicare in altro modo che non sia lo scrivere una lettera.
A mano, of course.
Non si parla qui di e-mail o comunque di scrivere al computer, si tratta proprio di flussi emotivi che partono dall'anima e senza interferenze, traduzioni o passaggi intermedi divengono inchiostro.
Lei sosteneva che la parola, quella parlata, mal si adatta a certe situazioni e comunque che non c'è parola parlata che valga quella scritta.
A mano.
Io credo di esser d'accordo, quella lettera di molti anni fa che ho postato sul blog qualche tempo addietro ne è la dimostrazione più evidente.
La lettera ha perso la sua diffusione come mezzo di comunicazione, ma ne mantiene intatto il fascino antico.
Leggere una lettera autografa è come sentire un profumo: può portarti indietro di anni, di decenni in un solo istante.
Una specie di teletrasporto virtuale, una navicella spaziale verso passati universi pressochè dimenticati.
Rileggere una lettera può voler dire ricordare qualcuno che si era scordato, o ancor più ricordare cosa per quella persona si provava; sentimenti che poi la mente dell'uomo cancella o almeno affievolisce.
Ecco, questo è il punto: scrivere di getto fissa le emozioni vere, e le fa riassaporare identiche quando si legge ciò che di getto si è scritto.
Emozioni che forse non saremmo nemmeno capaci di esprimere parlando, o che comunque se non venissero fissate sulla carta in tempo reale non potrebbero mai più essere espresse o rese nella loro esplosiva pienezza in un secondo momento, nemmeno da noi stessi, che le abbiamo vissute.

Io ad esempio, in questo preciso istante ho il cervello in frantumi, non capisco più niente; ed è per questo che ho scritto queste parole, per ricordarmi per sempre l'incredibile emozione che sta pervadendo il mio cuore e la mia anima ora che sento arrivare dalla sala operatoria qui a fianco il primo vagito di mio figlio che si annuncia alla vita.
La fine del mondo.

baci

26 aprile 2007

La storia infinita

le mura e l'invidiaRicordo che un tempo correvamo felici per i prati oltre alle mura, calciando un pallone che regolarmente, o quasi, ci veniva prima sequestrato e poi forato (o almeno così lui millantava) dall'arcigno guardiano del parco.
Eh già, perchè prima fanno i parchi e poi vietano ai bambini di calpestarli.
Una sorta di peccato originale in erba (appunto) della tenera età.
Sarebbe un po' come se l'inventore del cioccolato avesse detto: guardate, ma non toccate.
Non scherziamo.
In effetti questa storia dei palloni bucati non me la sono mai bevuta fino in fondo: ho sempre sospettato che ci fosse una cupola del riciclo, una cricca di guardiani del parco che di notte commerciasse clandestinamente in palloni usati.
Se solo a quei tempi fosse già esistito e-bay, non avrei avuto dubbi.
Comunque, nelle menti più o meno vergini di noi bambini doveva esistere da qualche parte nel mondo, in un posto sicuramente molto buio e privo di ogni forma di controllo, una spelonca nera piena zeppa di palloni di cuoio e tango di plastica bucati, frequentata da orchi che andavano e venivano, un po' come in un formicaio, trasportando nuovi esemplari ad ogni viaggio verso questa sorta di deposito di sogni spezzati.
Sì, tango di plastica; ché a parte il richiamo ai palloni usati ai mondiali e che ai nostri occhi erano comunque il non plus ultra, il simbolo del calcio professionistico, eravamo pur sempre dei bambini; e non avevamo mica tanti soldini per comprare sempre palloni di cuoio dopo l'ordinaria scena della colletta che seguiva quella -sempre ordinaria- del sequestro del pallone.
A volte per la verità si riusciva a farla in barba al guardiano e ripensandoci sono certo che era tutta abilità e non indulgenza da parte sua.
Si potrebbe pensare che di tanto in tanto questo cerbero infernale si riscoprisse un cuore nella gabbia toracica e "facesse la scena" di non riuscire a prenderci in castagna: vero un cazzo.
Era sempre un vero figlio di puttana, a prescindere dalla faccia che indossava in quel determinato giorno, e le rare volte che riuscivamo a sfuggire al patibolo della pelòta era tutto sudore della nostra fronte e un traguardo faticosamente guadagnato.
A volte era, più semplicemente, culo.
Ma la maggior parte delle volte era una sintesi di qualità individuali e di gruppo che si traduceva in un tempo di reazione quasi nullo all'avvistamento del bastardo.
Si trattava di genio: fantasia, intuizione, colpo d'occhio e velocità d'esecuzione; come direbbero gli amici miei.
Bei tempi, quelli.
Ora non so quale delle quattro qualità mi difetti maggiormente, è una gara dura.
Per fortuna ci sarà sempre un gruppo di bambini che si farà beffe di qualche guardiano, finchè ci saranno bambini e finchè ci saranno guardiani.
E' l'essenza stessa del gioco, è lì che risiede la vita.

baci

21 aprile 2007

Antò..... fa caldo

Miiiii... checcaldoCopio e incollo da un articolo de La Stampa online:

John Howard, il primo ministro australiano che sbeffeggiava i teorici del riscaldamento globale e rifiutava di incontrare Al Gore per una discussione sulle conseguenze dell'effetto serra, ha invitato i suoi concittadini a pregare. Se entro sei settimane non pioverà, l’Australia dovrà bloccare fino al maggio 2008 l'irrigazione dei campi, l'unica misura che potrà consentire alla gente di avere ancora un po’ d’acqua per bere, lavarsi e cucinare. Se Dio non ascolterà le preghiere di Howard, saranno bloccate le chiuse del bacino dei fiumi Murray e Darling, che produce il 40 per cento del cibo dell’Australia e che è grande come Francia e Spagna messe insieme. Milioni di alberi da frutta e di ulivi moriranno, con le piante di riso e di cotone, gli agrumi, le mandorle, i vigneti. Moriranno le pecore e le mucche, e circa 50 mila farmers dovranno lasciare le fattorie che abitano da generazioni in quella che, agli emigrati che la colonizzarono all’inizio dell’800, sembrava una terra protetta dal cielo. Per la prima volta, gli effetti del riscaldamento globale si abbattono in modo devastante su di una nazione sviluppata, una delle più potenti e progredite del mondo. John Howard, come molti altri, pensava che siccità e carestie fossero una prerogativa del Corno d’Africa, che mai ci avrebbero colpito nelle nostre confortevoli case.

Insieme a George Bush, è stato l’unico leader di un paese industrializzato a non firmare il protocollo di Kyoto, permettendo all’Australia di restare in testa alla classifica mondiale del consumo di energia e di emissioni di CO2 per abitante e di progettare come se niente fosse nuove centrali a carbone. Sono bastati sei anni di scarse precipitazioni, aggravate dagli ultimi terribili sei mesi, a mettere il paese in ginocchio. Se gli alberi moriranno, ci vorranno da cinque a dieci anni prima che nuove piante siano in grado di produrre frutta e lo stesso vale per i vigneti e molte altre coltivazioni. I prezzi dei generi alimentari stanno già salendo e i danni per l’economia australiana saranno enormi. Il bacino del Murray-Darling era stato indicato poche settimane fa dalla Fao come uno di quelli più a rischio tra i grandi fiumi del mondo.

Nel rapporto si denunciavano la cattiva gestione idrica che portava ad uno spreco d’acqua e l’evidente brusco calo della portata dei due fiumi dovuta all’evaporazione. La riduzione negli ultimi anni del 60 per cento dei raccolti e i suicidi di decine di agricoltori che avevano perso tutto hanno lasciato il governo insensibile, fermo a scrutare se nel cielo fosse in arrivo qualche nuvola che avrebbe risolto tutto. Solo il mese scorso, a pochi mesi dalle elezioni federali, è stato approvato un piano per centralizzare la gestione dei fiumi (che era affidata a quattro stati diversi), per coprire i canali e ridurre gli sprechi. Se non pioverà, il piano, già presentato con drammatico ritardo, non servirà a nulla. Howard ha annunciato che invierà la polizia e l’esercito lungo i fiumi, per garantire che la poca acqua rimasta arrivi alle case di Canberra, Adelaide e Melbourne. La settimana scorsa, il segretario agli Esteri inglese, Margaret Beckett, aveva presentato al Consiglio di sicurezza dell’Onu un rapporto nel quale si sottolineava il pericolo di conflitti armati dovuti al riscaldamento globale a causa della mancanza d’acqua, di cibo e di terre coltivabili. Nel Darfour, un conflitto già devastante è stato aggravato dalla lotta tra arabi e africani per la conquista dell’acqua disponibile e anche il governo australiano si prepara a quanto pare ad affrontare una simile emergenza. In Australia sta arrivando l’autunno, che dovrebbe placare la forza del Niño, la corrente del Pacifico considerata responsabile della siccità. Ma tutti gli esperti sono concordi che dovrà piovere molto a lungo per rimediare all’attuale situazione e le previsioni non sono favorevoli. Rimasta immobile per sei anni ad aspettare che finalmente le stagioni tornassero come prima, l’Australia rischia di diventare un drammatico simbolo per tutte le altre nazioni industrializzate del mondo e per le loro politiche ambientali. Come ha scritto con un gioco di parole l’Independent di Londra, quello che sta accadendo in Australia non è «global warming» (riscaldamento globale) ma «global warning»: un avvertimento per tutti.

19 aprile 2007

Ho messo via una foto

Flashback: in macchina un paio di mesi fa. Io e Cristina, insolitamente senza bimbi al seguito (erano dai nonni). Accendo la radio, alzo un po' il volume, c'è una bella canzone di Ligabue. Passano un paio di minuti e commento: "Certo che dovrebbe rinnovarsi un po'. Questa canzone mi ricorda quelle che faceva 10-15 anni fa" [N.d.R. Non che la produzione del Liga, in effetti, eccella per varietà, nè!] E Cristina: "Ma sei fuori? Questo è Tiziano Ferro". Stavo per risponderle "a tono", ma, prestando maggiore attenzione al canto, mi accorgo che sì, ha ragione lei, quelli sono gli inconfondibili gorgheggi di Ferro. Eppure, la tonalità, quegli accordi lì, quel modo di suonare la chitarra mi sanno proprio di Ligabue. Un caso di plagio? Già, ma non mi viene in mente la canzone da cui il nostro Tiziano ha attinto. A qualcuno però è venuto in mente:

Max3
P.S. Prevengo i sicuri commenti dei musicisti del blog: Se vogliamo scendere nel "tecnico" (per quanto possa essere tecnico uno strimpellatore scarso come me) è pur vero che con quella stessa sequenza di accordi base (Sol-Do-Mi minore-Do-Re) sono costruite decine di canzoni, tuttavia entrambe le canzoni presentano 2 variazioni a questa sequenza e, anche in questi casi, gli accordi sono esattamente gli stessi (Si minore-Do-Mi minore-Do-Re e Si bem-Fa-Re). Coincidenza?
Maddài.

13 aprile 2007

Dai dai va là

Esattamente un anno fa, il 12 aprile 2006, dato che come al solito non c'avevo un cazzo da fare, avevo guardato la mia palla di cristallo (o il mio coglione artificiale, come direbbe Bergonzoni) e mi ero messo a divinare sul futuro del nostro operatore telefonico nazionale.
Controllate, se proprio non vi fidate, QUI.
Mi viene in mente il comico genovese quando parla della vicenda di quelli che facevano il latte nella città emiliana e dice che a un certo momento è stato convocato dai quei signori in toga che gli hanno chiesto come faceva a sapere tutto un anno prima.
Lui ha risposto: "ma io scherzavo", perché in fondo è pur sempre un comico.
In realtà lo sapeva perchè aveva tenuto gli occhi aperti e si era informato e gli giravano le palle, non perché scherzava.
Lo stesso io.
Uguale uguale.
Con la differenza che io scherzavo.

baci

12 aprile 2007

Punti di appoggio

Fa' che non esplodaNon so voi, ma a me questo sembra un periodo in cui non ci sono più certezze.
Non solo non sono nemmeno sicuro che El Gato sia ancora vivo (Gato, dovecazzosei?) ma questa crisi di identità e di punti certi di riferimento me la ritrovo un po' dappertutto, guardandomi intorno.
Da oggi il crucco con la linguaccia e i capelli elettrici non è più quello che ha scoperto che l'energia è un mix di massa e di velocità pazzesca al quadrato, la Ventura non fa più audience con la sola ingombrante presenza del suo ego e la Roma prende 7 palle a Manchester dopo una stagione di calcio fantastico.
Capite cosa intendo?
Da quando siamo bambini, cerchiamo punti di appoggio e certezze.
Ce le costruiamo faticosamente.
Ci affidiamo a queste certezze come i naufraghi alle scialuppe di salvataggio.
E poi, puttanadiquellaeva, ogni tanto cadono a grappoli come uva che è marcita a forza di covare sicurezze.

E noi giù con loro.
A me normalmente questi momenti capitano nelle feste comandate, forse in un'altra vita ero un diavoletto perciò di norma la pago a Natale e a Pasqua.
Ma una cosa in tutti questi anni l'ho capita: quando si vince è facile andare avanti.
Quando si perde, è doveroso.

baci

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